Rai bilacio 2019 – Il gruppo Rai guidato dall’a.d. Fabrizio Salini chiude l’esercizio 2019 con un risultato operativo positivo di 21,5 milioni di euro (7,8 milioni nel 2018) ma con un risultato di esercizio pari a zero, come nel 2018. Merito delle consociate Rai Cinema, Rai Com, Rai Pubblicità e Rai Way, che assicurano buoni dividendi, mentre la società principale, Rai spa, chiude l’esercizio 2019 con un rosso di 35 milioni di euro (dopo i 33,8 mln di perdite del 2018).
Rai spa – scrive ItaliaOggi – ha ricavi per 2,483 miliardi di euro (+3,2% sul 2018), composti da 1,798 miliardi di canone (+2,3%), 540,2 milioni di raccolta pubblicitaria (-1,8%) e 144,4 mln di altri ricavi (+49,8%) dove spiccano i compensi per i doveri di servizio pubblico.
Dei 540,2 milioni di euro raccolti dalla concessionaria Rai Pubblicità, 450,9 milioni arrivano dai tre canali tv generalisti Rai Uno, Due e Tre (-1,4%), e poi 54,9 milioni dai canali tematici del digitale terrestre (-11,3% che fa suonare un severo campanello d’allarme sull’appeal pubblicitario di questa offerta specializzata), 26,7 milioni dalle radio del gruppo (stabili sul 2018) e 8,9 milioni dal web (+34,8%).
Un risultato di pareggio che stona con i 2,665 miliardi di euro di ricavi (+3,4% sul 2018). In contrapposizione vi è infatti la spesa per il personale. Da oltre 50 anni si sente affermare che in Rai lavorano troppe persone, che i costi del personale sono una spina nel fianco nei conti della tv pubblica, ma anche per quest’anno non vi è stato un cambio di rotta.
I costi del personale sono stati pari a 1,036 miliardi di euro (+2,9% sul 2018). Nella società principale, Rai Spa, a fine 2019 lavoravano 11.527 persone (+375 rispetto al 2018), con costi del personale pari a 939 milioni (+2,9%). I giornalisti sono saliti a quota 1.863 (+5 sul 2018), di cui 1.780 con un contratto a tempo indeterminato (erano 1.645 nel 2018, quindi ci sono state 135 stabilizzazioni durante il 2019), e 83 a tempo determinato (213 nel 2018).
Quanto alle stime di chiusura dei conti del gruppo Rai 2020 post Covid-19, il calo della raccolta pubblicitaria e la crisi del cinema saranno compensati parzialmente dallo slittamento dei costi per i diritti tv degli Europei di calcio e delle Olimpiadi di Tokyo, eventi entrambi rinviati al 2021. Perciò «il 2020 si chiuderà con una perdita contenuta, inferiore a quella ipotizzata in sede di budget (dove si era stimato un rosso di 65 milioni di euro, ndr)»