Rocchi arbitro ritiro
Arbitro Gianluca Rocchi (Photo Andrea Staccioli / Insidefoto)

Gianluca Rocchi ha diretto la sua ultima gara, il match tra Juventus e Roma dell’ultimo turno di campionato. L’arbitro 47enne della sezione di Firenze ha deciso di appendere il fischietto al chiodo dopo 17 anni di Serie A. Con 263 partite arbitrate nel nostro campionato, Rocchi è secondo nella classifica di tutti i tempi per numero di gare arbitrate in Serie A, dietro solamente a Concetto Lo Bello che primeggia a quota 328.

Intervistato da Sky Sport, il direttore di gara, che nella sua lunga carriera ha arbitrato la finale di Europa League del 2019 tra Arsenal e Chelsea e ha rappresentato l’Italia al Mondiale di Russia 2018, ha parlato dell’introduzione della tecnologia ha sostegno degli arbitri.

“All’inizio ero scettico sul Var – esordisce Rocchi –: essendo un arbitro vecchia maniera, abituato a decidere da solo, ho vissuto la tecnologia come una novità che poteva mettere in discussione la mia leadership e il mio modo di essere. In realtà poi il Var si è rivelato uno strumento che mi ha fatto dormire notti migliori perché, venendo via dagli stadi, ti lascia il pensiero che ci sia una maggiore possibilità di avere un risultato giusto e corretto”.

L’ormai ex direttore di gara ha parlato anche della ripresa del calcio in Italia post Covid: “Va fatto un plauso al presidente Gravina, alla Figc, ma anche agli arbitri che fanno parte del sistema, per la tenacia avuta nel portare in fondo questo campionato sin dal primo momento, quando anche io personalmente avevo dubbi perché eravamo chiusi in casa e sentivamo notizie drammatiche tutti i giorni. Un bell’esempio del fatto che i risultati arrivano quando si porta una cosa in fondo”.

E sui match a porte chiuse ha aggiunto: “Confesso che nella prima partita mi trovavo quasi a cercare di dare una pacca sulle spalle di qualche giocatore per trovare un contatto perché mi sentivo solo”.

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