«Il Gattopardo insegnava che si cambia tutto per non cambiare niente, noi non cambieremo niente per cercare di cambiare tutto». Così Piero Chiambretti spiega, in un’intervista al Corriere della Sera, il suo sbarco a Tiki Taka: dal 21 settembre sarà lui a condurre la trasmissione calcistica di Italia 1, dopo l’addio di Pierluigi Pardo.
«La prima difficoltà è questa: cercare di dire cose che altri non dicono, una sfida molto difficile perché gli argomenti che tengono banco sono sempre quei 4 o 5. La maggior parte degli opinionisti, di tutte le reti, anche le locali, parla degli stessi temi nello stesso modo, eppure hanno un loro seguito. Sono convinto che questa ipnosi verbale sia il vero senso del calcio parlato», ha aggiunto Chiambretti
«Il calcio accetterà la mia ironia? Questa è la seconda difficoltà: capire quanto del chiambrettismo posso infilare dentro un programma di calcio senza perdere quello che quel pubblico vuole realmente, ovvero anche al lunedì sentire parlare di calcio. Io ho la licenza di scherzare sul calcio, ma lo farò con la dovuta attenzione, entrando non a gamba tesa, ma in punta di piedi. Anche per essere più alto».
«Il calcio è l’oppio dei popoli: è uno sport nazionale non solo per chi lo gioca ma anche per chi lo parla. Vianello il perfetto interprete dell’ironia nel calcio? Io sarei lusingato di essere un giovane Vianello, ma lui è stato un monumento della tv italiana, un grande maestro, un signore assoluto. Io lavoro in una generazione televisiva dove l’eleganza è passata in secondo piano, dove la battuta sottile non ha l’impatto che aveva in quegli anni».
«Il Toro non fa male perché fanno male le squadre che vincono sempre e diventano subito antipatiche. Non corro questo rischio. Opinionisti, commentatori, volti da portare nella sua trasmissione? Abbiamo ancora un po’ di tempo per valutare con la redazione sportiva. La mia intenzione è avere una panchina lunga, qualche ospite fisso e un parco di opinioni, facce e storie molto più largo per poter dare un significato diverso a ogni puntata. Non ci sarà invece una co-conduttrice da sgabello con cartellina e cosce incorporate: cercheremo di far ruotare più donne che vengono dal mondo del calcio o hanno a che fare il calcio. Sarà il modo per dare una movimentazione a parole che spesso sono ferme», ha concluso.