“Vogliamo riportare la Serie A ai bei vecchi tempi, alle vecchie glorie. Auguro il meglio a Premier, Liga, Bundesliga e Ligue 1, ma vogliamo essere meglio di loro”. Esordisce così Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, in una intervista rilasciata a The Athletic.
Il numero uno della Lega si è posto un’importante obiettivo: cercare di globalizzare il brand Serie A. Il campionato ha avuto poca o nessuna voce sulla scena internazionale nell’ultimo decennio, spesso concentrandosi più su quello che succedeva all’interno dei propri confini, mentre le altre Top League pensavano a “conquistare il mondo”. Intanto su questo lato qualche passo avanti è già stato fatto, soprattutto negli Usa: una crescita di interesse certificata dalle interviste rilasciate dallo stesso Dal Pino al New York Times e allo stesso The Athletic, oltre allo sbarco in Italia di patron statunitensi come Commisso e Friedkin.
Ma la situazione Covid ha rallentato la rincorsa. Dal Pino punta ancora a far tornare la Serie A ai vertici del calcio mondiale, ma per ora festeggia per essere riuscito a portare a termine il campionato, dopo che il Covid-19 aveva bloccato l’intero sistema. “Il momento più bello della stagione – dice Dal Pino – è stato vedere la felicità dei giocatori mentre distribuivamo i premi e consegnavamo lo scudetto nell’ultima giornata. A quel punto, abbiamo pensato: ‘Questa è andata. Ce l’abbiamo fatta’. Trasformare la Serie A nel campionato numero 1 al mondo richiederà tempo. Ma se facciamo le cose giuste, possiamo riuscirci in breve tempo”. Magari in un lasso temporale di dieci anni: “Dobbiamo raddoppiare i nostri ricavi e io sono convinto sia possibile che lo facciamo in sette o otto anni, sicuramente entro dieci”.
E per farlo il numero uno della Lega punta sulla nuova media company che la lega sta cercando di istituire con l’aiuto di un fondo d’investimento: “Eravamo in una situazione in cui Sky non pagava l’ultima rata dei diritti televisivi della scorsa stagione e non stavamo giocando. Ora siamo passati da Sky che ha proposto il rinnovo del contratto al 10/20 per cento in meno, a parlare improvvisamente ora di nuove iniziative che ci permetteranno di prendere il controllo del nostro destino e di essere attori attivi in tutto questo. Vedo molto valore nel lato OTT e il nostro CEO dovrà lavorare su tutte queste cose con la mentalità di una media company; qualcosa che oggi non fa parte delle caratteristiche della Serie A. Anche se il progresso è difficile quando ci sono ‘persone che ti tirano la giacca’.”
La fiducia del presidente della Lega è legata alla riconoscibilità e unicità del marchio del calcio italiano: “Se salgo su un taxi a Rio de Janeiro, il tassista vedrà che sono italiano e dirà: ‘Paolo Rossi’ anche se sono passati 38 anni (dal 1982). In alcuni settori, hai un problema, ovvero non vogliono il tuo prodotto. Ora con il calcio, lo vogliono ovunque. È fantastico essere in grado di avere un prodotto che è un ti apre le porte dei mercati in tutto il globo”.
E alla critica sulla monotonia della Serie A, visti i 9 scudetti consecutivi vinti dalla Juventus, Dal Pino ribatte: “Se guardo agli altri campionati, in particolare al divario tra la prima e la seconda classificata, la quarta e la quinta, il nostro campionato è stato abbastanza equilibrato in questa stagione. Il mio desiderio è avere una Serie A che diventi sempre più attraente per gli investitori che amano questo sport e considerano questo sport un enorme business se gestito con la governance e la filosofia di gestione appropriate. Una volta che attireremo gli investitori giusti, i giocatori giusti, gli sponsor giusti, seguirà un maggiore equilibrio competitivo. Colgo l’occasione per dare il benvenuto a Dan Friedkin, una persona carismatica, un grande imprenditore, che sono certo farà del bene al nostro calcio”.