«Se l’Inter gioca come nel secondo tempo dell’altra sera, contro il Siviglia sarà una partita bellissima. C’è una attesa che mi ricorda molto la sfida con il Bayern: anche allora c’erano molti più timori per l’esito della semifinale. Vincere in questo modo dà una carica pazzesca, sono partite che ti fanno fare un grande salto di mentalità». Così l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti, in un’intervista a Repubblica, racconta le sensazioni a pochi giorni dalla finale di Europa League dei nerazzurri contro il Siviglia.
«Inutile negare che c’ era fiducia, eravamo tutti convinti che si potesse fare. Anche se contro lo Shakthar era una partita sulla carta meno facile di quanto dica il risultato. Non mi aspettavo da parte loro un gioco così lento. Però, merito a Conte che lha ben preparata e non li ha fatti giocare».
«Lukaku? È vero, all’ inizio non aveva molto convinto. Ma ha dimostrato di essere un calciatore intelligente, che sa giocare per la squadra. E poi è migliorato tantissimo, anche tecnicamente. Con i mesi è emersa tutta la sua utilità. E poi c’ è Lautaro che fa cose straordinarie, ha un potenziale enorme. Il movimento che fa sul primo gol è da grande giocatore».
«La sfuriata di Conte? Non saprei proprio dire quanto sia stata importante. Siccome dopo ha sempre vinto, va tutto bene. E allora ci sta a pensare che sia stato anche merito delle sue polemiche contro la società. Rimane senza se e senza ma? Penso proprio di sì (ride, ndr ). Come tecnico non si può discutere, è proprio bravo, come si fa a sostenere il contrario? Dicono che è antipatico? Conte ha un suo carattere, ma gli allenatori non sono mai troppo simpatici. E per esperienza so che quello che conta per l’ allenatore è il rapporto con il presidente».
«Quanta voglia ho di tornare a San Siro? Molta. Sul nuovo San Siro non saprei. Avranno fatto i loro calcoli, perché si tratta di un impegno economicamente notevole e dopo il lockdown molte cose sono cambiate. Certo che dopo aver vissuto così tante emozioni in quello stadio bisogna proprio voltarsi dall’altra parte e convincersi che sia giusto e vantaggioso farne uno nuovo».
Non può mancare il tema Messi, su cui Moratti parla in un’intervista a Tuttosport. «Senza dubbio credo ci siano più possibilità adesso che mai di poter prendere Messi. È altrettanto indubbio che si tratti di un giocatore straordinario, però non si può dimenticare che prenderlo sarebbe un sacrificio grandissimo da parte della società. Prima di intavolare una trattativa simile occorre valutare se è il caso di affrontare un percorso economicamente molto impegnativo, quindi non bisogna essere superficiali nel dire ‘allora prendiamo Messi’, devono esserci le condizioni per affrontare questo meraviglioso sogno».