Calciatori truffati – La notizia della truffa da 30 milioni di euro ai danni di Antonio Conte ha riportato in auge il tema degli investimenti errati da parte di calciatori e allenatori fuori dal campo e di soggetti pronti ad approfittarne per arricchire le proprie tasche a loro discapito.
Della questione ha parlato in settimana anche il CT della Nazionale, Roberto Mancini, il quale ha voluto ammonire sopratutto i giovani: «Potrei scrivere un libro: ‘Come aiutare i giovani calciatori a non farsi rubare i soldi’! Purtroppo mi sono imbattuto in qualche malfattore. Disavventura capitata anche ad altri, l’inesperienza danneggia molti atleti».
«Il calciatore è giovane, guadagna cifre enormi ma non dà importanza ai soldi. E i truffatori gli girano intorno. Il mio consiglio è quello di affidarsi a professionisti. Bisogna avere un avvocato e un commercialista seri», ha aggiunto Mancini, che perse 1,4 miliardi di lire nel crac della Cofiri, una finanziaria di Tarquinia che un giorno si dissolse come neve al sole.
«In molti pensano di aprire delle attività per le quali tuttavia spesso non sono preparati, perché anche per gli imprenditori si tratta di una strada complessa. Avere grande disponibilità economica e pensare di poter fare l’imprenditore senza esperienza, magari anche mal consigliati, è un grosso pericolo per i calciatori: il rischio è che si crei un circolo vizioso, in cui l’investimento sbagliato porta ad erodere il capitale, cercando poi di ampliare nuovamente il proprio capitale con altri investimenti», aveva invece spiegato a Calcio e Finanza Massimo Paganin, ex calciatore e oggi co-responsabile del “Dipartimento Senior” dell’AIC.
Calciatori truffati: le parole dell’esperto
«Istinto e impulsività possono condizionare fortemente la razionalità di un investitore limitando i risultati. A guidare le decisioni di investimento deve essere una strategia chiara. Questo vale per i calciatori che dispongono di grandissimi capitali ma ancor di più per gli investitori comuni», aveva raccontato Vincenzo Cuscito, Senior Investment Consultant di Moneyfarm, società premiata tra i migliori Gestori Patrimoniali 2020.
«La vera differenza la fa affidarsi a un consulente finanziario indipendente, che sappia guidare l’investitore verso il raggiungimento dei propri obiettivi, gestendo il rischio di conseguenza. Troppi ancora si fanno trascinare dall’euforia o si affidano a consigli di parenti e amici o, ancora peggio, di “sedicenti” esperti”», ha aggiunto.
Calciatori truffati: dal caso Buffon-Zucchi alle disavventure finanziarie di Van Basten
Il caso di Antonio Conte è solo l’ultimo di una lunga serie di investimenti non produttivi per protagonisti del mondo del calcio. Come lui anche l’ex difensore Alessandro Gamberini è stato raggirato da due suoi ex amici di Prato ed un banchiere per una cifra intorno a 1,6 milioni. Gamberini credeva di aver investito:
- 1 milione in un fondo obbligazionario al 3% (scontento della gestione della banca precedente che gli fruttava solo lo 0,7% annuo), rivelatosi inesistente;
- 620.000 euro in una fideiussione che non si ricordava neanche di aver firmato. Questi soldi sono stati usati dai due truffatori per coprire i loro debiti e comprare delle case.
Tra chi ha sbagliato investimenti c’è invece Gianluigi Buffon. Il portiere della Juventus, allenato da Conte sia in bianconero sia in Nazionale, nel 2009 ha investito nella Zucchi, società attiva nel settore tessile. Nel giro di 18 mesi, tra il gennaio 2013 e il giugno 2014, ha perso qualcosa come 48 milioni:
- 24 per il deprezzamento del suo pacchetto azionario (Buffon deteneva il 56% della società), sceso da 42,3 a 18,6 milioni;
- 24 milioni serviti per le ricapitalizzazioni del 2011 e del 2013.
Protagonisti di un pessimo investimento sono stati anche Bobo Vieri e Christian Brocchi, gli amici della Baci e Abbracci. I due avevano investito nella BFC&co, una società di commercio all’ingrosso che vendeva prodotti di ogni tipo dagli utensili da cucina agli articoli da giardino, acquisendo 50% delle quote (25% a testa). Nel 2009 ne fu dichiarato il fallimento da 14 milioni di euro. In passato era già finita in liquidazione un’altra loro società, la “Pbc Credit & Finance”.
Da non dimenticare anche l’ex campione del Milan e della nazionale olandese, Marco Van Basten, che nella sua autobiografia “Fragile“, scritta assieme al giornalista Edwin Schoon ed edita in Italia da Mondadori, racconta con dovizia di particolari le disavventure finanziarie affrontate dopo il ritiro dal calcio giocato.
Calciatori truffati: le miniere peruviane di Roberto Baggio e la truffa romana
Un altro ex calciatore, che ha rappresentato sia la Nazionale che la Juventus, protagonista di un investimento non andato a buon fine è Roberto Baggio. Il Divin Codino negli anni 90, in compagnia di Alessandro Costacurta, Massimo Carrera, Sebastiano Rossi e tanti altri nomi del mondo del calcio, investì e perse 7 miliardi di lire nella Imisa, società che sosteneva di essere la licenziataria esclusiva per l’estrazione di una rara qualità di marmo nero da cave peruviane.
Baggio fu convinto ad investire parte dei suoi risparmi da un “amico” promotore finanziario. I soldi raccolti dai promotori venivano smistati in una banca di San Marino e poi girati ad un’altra banca, la New Bank Limited di Saint Vincent e Grenadines (Caraibi). Qui i soldi sparivano nel nulla, tanto che il truffaldino istituto bancario fu poi chiuso dal Bureau americano per riciclaggio.
A Roma diversi giocatori sono stati coinvolti nella medesima truffa da parte di un concessionario della capitale. Mexes, Ferrari e Vucinic avevano acquistato auto lussuose dal medesimo soggetto, il quale vendeva le auto, incassava i soldi ma non era in grado di fare il passaggio di proprietà perché queste le macchine non erano di proprietà del concessionario ma in leasing.
Calciatori truffati: gli ex rossoneri Tassotti, Donadoni, Galli e il brand A-Z di Zlatan Ibrahimovic
Tra i calciatori i cui investimento non hanno funzionato sono presenti infine diversi ex milanisti. In particolare Mauro Tassotti, Roberto Donadoni e Giovanni Galli investirono i loro soldi (500 milioni di lire il primo, 1 miliardo gli altri due) in una finanziaria che da un giorno all’altro chiuse i battenti. Le cronache raccontano che la moglie del portiere svenne al telefono quando l’avvocato le comunicò la perdita del capitale investito dal marito.
Anche Zlatan Ibrahimovic, che i tifosi rossoneri sperano vestirà ancora la maglia del Milan nella prossima stagione, si è reso protagonista di un affare che ha causato la perdita di diversi milioni con il il brand di moda A-Z «From Amateur to Zlatan». Il marchio nato nel 2016 dalla collaborazione tra Ibrahimovic e Varner, un gruppo norvegese specializzato in abbigliamento, ha chiuso dopo soli due anni. Il gruppo norvegese ha dichiarato ufficialmente conclusa la collaborazione con Ibrahimovic nell’agosto del 2018, il che ha comportato una perdita di 20 milioni per l’asso svedese.