Il documento-film di Netflix sul Monza di Silvio Berlusconi non si farà, almeno per ora. E’ stato lo stesso amministratore delegato del club brianzolo, Adriano Galliani, a spiegare le ragioni che hanno consigliato di mettere nel cassetto il progetto.
«Purtroppo il docu-film di Netflix è un progetto arenato perché con le norme anti-Covid sarebbe stato un problema far entrare la troupe negli spogliatoi. L’attenzione ci gratifica: del resto se non lo sogni, non puoi realizzarlo», ha spiegato Galliani.
Il progetto di Netflix prevedeva un’operazione simile a quella che ha portato alla realizzazione di “Sunderland ‘Til I Die”, che avrebbe dovuto documentare la risalita dei Black Cats dalla Championship alla Premier League, ma che alla fine è stata testimone della seconda retrocessione in due anni del club inglese.
L’obiettivo voleva essere quello di raccontare il Monza di Berlusconi e Galliani nella stagione 2020-2021, che nelle intenzioni del club brianzolo dovrebbe concludersi con la promozione della Serie B alla Serie A.
Per questo proprietà e dirigenza del club continuano a lavorare per rafforzare la squadra in vista della partenza della nuova stagione.
Con il presidente Berlusconi, ha spiegato Galliani, «ci sentiamo tutti i giorni. L’altra sera quando mi ha chiamato avevo paura che mi sgridasse per aver comprato troppo. Invece serafico mi chiede: “Adriano come facciamo a rinforzare ancora la squadra?”».
Proprio ieri è stato ufficializzato l’ottavo innesto dei biancorossi, il terzino Carlos Augusto, nazionale Under 21 del Corinthians.
«Posso dire che se non ci fosse stata questa proprietà e questi dirigenti, i giocatori arrivati finora mai avrebbero accettato una squadra di B. Chi lo ha fatto è convinto di restarci solo un anno: penso a Marko Maric e Christian Gytkjaer, rispettivamente capocannoniere del campionato croato e polacco. Barberis avrebbe potuto restare al Crotone e Barillà e Giulio Donati arrivano anch’essi dalla A».