Lionel Messi resta al Barcellona. In esclusiva a Goal, il calciatore argentino spiega i motivi della sua decisione di restare in blaugrana, nonostante i tanti dubbi che lo hanno afflitto nelle ultime settimane.
L’attaccante del Barça è partito dall’inizio: «Ho detto al club, specialmente al presidente, che volevo andare. Glielo dico da tutto l’anno. Credevo che fosse ora di farsi da parte. Credevo che il club avesse bisogno di più giovani, nuove persone e pensavo che il mio tempo a Barcellona fosse finito, sentendolo molto perché ho sempre detto che volevo finire la mia carriera qui».
«È stato un anno molto difficile, ho sofferto molto in allenamento, nei giochi e nello spogliatoio. Tutto divenne molto difficile per me e venne il momento in cui pensai di cercare nuovi traguardi, nuove arie. Non è arrivata per il risultato di Champions League contro il Bayern, la decisione a cui pensavo da tempo. L’ho detto al presidente e beh, il presidente ha sempre detto che a fine stagione potevo decidere se volevo andare o se volevo restare e alla fine lui non ha mantenuto la parola data», ha aggiunto.
Per Messi non è una questione di soldi: «Ogni anno potevo andarmene e guadagnare più soldi che a Barcellona. Ho sempre detto che questa era la mia casa ed era quello che sentivo e provo. Meglio che qui è difficile. Ho sentito che avevo bisogno di un cambiamento e nuovi obiettivi, nuove cose. È passato molto tempo dall’ultima volta che c’è stato un progetto o c’è qualcosa, si stanno destreggiando e coprendo buchi».
A proposito di futuro, Messi proseguirà con i catalani «perché il presidente mi ha detto che l’unico modo per andarmene era pagare la clausola dei 700 milioni, che è impossibile, e poi c’era un altro il modo, finire in Tribunale. Non andrei mai a processo contro il Barça perché è il club che amo, che mi ha dato tutto da quando sono arrivato, è il club della mia vita, ho fatto la mia vita qui».
A proposito del burofax, l’argentino spiega: «Il burofax doveva renderlo ufficiale in qualche modo. Nel corso dell’anno avevo detto al presidente che volevo andarmene, che era giunto il momento di cercare nuove sfide e nuove direzioni nella mia carriera. Mi diceva tutto il tempo: “Parleremo, no, questo e quello”, ma niente. L’invio del burofax stava rendendo ufficiale che volevo andare e che ero libero».
«Il presidente – ha concluso – mi diceva sempre “quando la stagione è finita decidi tu se restare o partire”, non ha mai fissato una data, e beh, il burofax era semplicemente per ufficializzare al club che non sarei rimasto, ma per non litigare perché io non volevo litigare».