Nuove emittenti Serie A
(foto Insidefoto.com)

Assemblea Lega diritti tv – Il 9 settembre potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il calcio italiano: le 20 società di Serie A si riuniranno in assemblea e voteranno per l’ingresso di nuovi partner nella struttura della Serie A.

Come riporta la Gazzetta dello Sport, il tema è l’ingresso dei fondi private equity con un 10% nel capitale della media company della Lega che si occuperà di produrre e distribuire tutti i propri contenuti per i prossimi 10 anni, soluzione ideata dal presidente Paolo Dal Pino.

Secondo Dal Pino, l’obiettivo è quello di «riportare il calcio italiano a essere il più bello e il più seguito al mondo». L’ingresso di un partner cambierebbe la struttura della governance e ovviamente inciderebbe nella disponibilità finanziaria della Lega. Per questo si presenta come possibile soluzione al problema di come colmare la distanza tra la A e le leghe europee oggi più ricche e sviluppate.

Le offerte vincolanti che contemplano l’ingresso di soggetti esterni nella nuova media company che hanno riscontrato il maggior favore da parte dei vertici della Lega Calcio e dei suoi advisor, cioè Lazard e lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli, sono due:

  • l’offerta di Cvc, Advent e Fsi;
  • l’offerta di Bain Capital e Nb Renaissance.

Ognuna ha le proprie peculiarità. La più ricca è quella della cordata Cvc Capital, Advent e Fsi: il gruppo ha presentato un’offerta che valuta circa 15 miliardi di euro la media company, dove confluiranno i diritti del calcio. L’altra offerta è quella di Bain Capital a cui si è unita Nb Renaissance: le due società americane hanno presentato un’offerta da 1,3 miliardi di euro a stagione per 10 anni. 

Le big sembrano orientate a votare il cambiamento. Claudio Lotito, presidente della Lazio, è invece dichiaratamente ostile all’ipotesi dei private equity: propone in alternativa soluzioni di debito. Una scelta più conservatrice, che permetterebbe di mantenere una gestione interna.

La strada che proponeva Aurelio De Laurentiis, numero uno del Napoli, ovvero di una media company della Lega autonoma, confluirà probabilmente in quella indicata da Dal Pino, cioè aperta a una partecipazione esterna.

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