In attesa del nuovo centravanti da regalare ad Andrea Pirlo, il mercato di settembre della Juventus non ha riservato ancora grandi colpi in entrata. I bianconeri si sono però mossi in anticipo rispetto all’apertura del calciomercato estivo, bloccando già a gennaio il giovane talento svedese Dejan Kulusevski, e rivoluzionando la cabina di regia di centrocampo attraverso lo scambio con il Barcellona tra il trentenne Miralem Pjanic, che quest’anno vestirà blaugrana, e il ventiquattrenne brasiliano Arthur Melo.
Operazione, quest’ultima, che è stata finora analizzata più da un punto di vista contabile (la necessità della Juventus di fare plusvalenza cedendo Pjanic ai catalani) che da un punto di vista prospettico (il valore di Arthur sotto il profilo tecnico ed economico).
In altre parole, il valore attribuito dalla Juventus al centrocampista brasiliano può essere considerato adeguato? Ed è lecito attendersi dalla sua avventura in bianconero un incremento del valore del calciatore oppure il prezzo pagato per Arthur è già vicino ai massimi?
Per rispondere a queste domande utilizzeremo il Moneyfarm Score, l’algoritmo sviluppato da Moneyfarm che consente di stimare il valore di ogni calciatore e confrontarlo con le condizioni economiche dell’operazione di trasferimento.
Arthur – Juventus, i dettagli dell’operazione
Lo scambio tra Pjanic e Arthur è stato ufficializzato dalla Juventus il 29 giugno 2020.
L’accordo tra i bianconeri e il Barcellona ha comportato:
- La cessione a titolo definitivo di Pjanić al Barca a fronte di un corrispettivo di 60 milioni più 5 milioni di bonus. Operazione che si è tradotta in una plusvalenza di 41,8 milioni per i bianconeri (la seconda più alta della storia della Juventus dopo quella legata a Pogba);
- L’acquisizione a titolo definitivo di Arthur a fronte di un corrispettivo di 72 milioni, più 10 milioni di bonus. Il brasiliano, che ha firmato un contratto di 5 anni con la Juve, percepirà uno stipendio netto di 5 milioni (6,6 milioni lo stipendio lordo a bilancio grazie ai benefici fiscali previsti dal Decreto Crescita).
Da un punto di vista meramente contabile, al netto della plusvalenza per la cessione del bosniaco iscritta nel bilancio al 30 giugno 2020, il costo complessivo annuo di Arthur sui conti della Juventus sarà superiore a quello di Pjanic.
Il costo annuo di Pjanic si aggirava attorno ai 15,8 milioni a stagione: di questi, 4,4 milioni di ammortamento e uno stipendio netto pari a 6,5 milioni, ovverosia 11,4 milioni lordi (tenendo conto dell’irpef, delle addizionali regionali e comunali e degli oneri contributivi).
L’acquisto di Arthur a 72 milioni porterà costi per l’ammortamento pari a 14,4 milioni annui: l’impatto dello stipendio da 5 milioni netti potrà essere ridotto con l’applicazione del Decreto Crescita, con un peso lordo pari a circa 6,6 milioni. Complessivamente, quindi, la Juventus avrà costi a bilancio legati ad Arthur a livello di conto economico per 21 milioni (senza considerare i bonus).
L’operazione Arthur – Juventus sotto la lente del Moneyfarm Score

Arthur voto 2.6/5: «L’operazione Arthur va legata a doppia mandata all’affare Pjanic», spiegano gli esperti di Moneyfarm, «Eccessivo il costo del cartellino per un giocatore che, seppur giovane e di ottime prospettive, non ha dimostrato tutto il suo valore al Barcellona e non ha solidi indicatori di performance».
«Se dovessimo considerare il valore messo a bilancio per il cartellino, lo score relativo alla singola operazione Arthur non supererebbe l’1, data l’onerosità finanziaria della stessa. A fronte però della plusvalenza realizzata dalla Juventus coinvolgendo Pjanic nell’affare, il nostro algoritmo ci porta a rivalutare i parametri economici e ci consegna uno score pari 2,6».
«Una scommessa importante dal punto di vista sportivo, ma sicuramente un’ottima azione speculativa per rinforzare il bilancio dato il lungo contratto (quinquennale) su cui ammortizzare gli alti costi del cartellino e con un ingaggio (5 mln netti + bonus) nettamente inferiore rispetto a quello percepito in bianconero dal bosniaco».
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