Cairo editoria Italia Rcs – “Dopo la scalata al Corriere della Sera, abbiamo cercato un accordo amichevole con Blackstone, e invece hanno risposto in modo sdegnato. Non voglio commentare più il caso. C’è stata una prima sentenza, non definitiva: noi riteniamo di aver ragione. Aspettiamo la perizia della prossima estate”.
Sono le parole di Urbano Cairo, presidente del Torino e da quattro anni al comando della casa editrice Rcs, sulla guerra giudiziaria, legata alla sede del quotidiano in via Solferino, tra il più grande fondo di private equity al mondo, che ha comprato il prestigioso immobile sette anni fa, e Rcs, la società che pubblica il quotidiano, battaglia immobiliare su Via Solferino, dove è collocata la sede dello storico giornale milanese.
Cairo ne ha parlato nell’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, e ne approfitta per tracciare la rotta dell’editoria in Italia, un’industria che da dieci anni è in crisi e che il Covid ha colpito duramente, facendo crollare la pubblicità, il motore dell’industria, e le vendite dei giornali.
“Come si esce da questa crisi? L’editoria italiana ha retto il colpo e ha reagito bene. La pandemia ha colpito duramente l’economia, ma ha anche accelerato il passaggio al digitale nel mondo della carta stampata. Il paese si è improvvisamente fermato. Ora c’è un rimbalzo: la nostra tv La7 ha perso il 13% di ricavi pubblicitari, ma facendo molto meglio del mercato che ha perso il 22%. E tra luglio e settembre ha recuperato quasi un terzo”.
“Se la situazione rimane stabile, vedo una ripresa graduale nel 2021. La pubblicità per La7 cresce a doppia cifra e anche il mese di ottobre, sul quale per la tv abbiamo già visibilità, sarà in recupero. Nel terzo trimestre, il bilancio di Rcs è in linea con le aspettative comunicate al mercato. I consumi si sono spostati su Internet, mentre alcuni settori tradizionali (come l’alimentare) sono addirittura cresciuti. La pubblicità online da gennaio a settembre è balzata del 32% per Corriere.it, globalmente cresce a due cifre, e per Rcs vale oggi quasi la metà della raccolta, il 41%”.
“Basterà l’online a salvare i giornali dalla profezia del 2043, ultimo anno della carta? La carta sarà ancora moto forte, ma l’industria dei media tradizionali si sposterà sempre più verso il digitale: il modello è il New York Times dove ormai i ricavi del web hanno superato quelli cartacei. Quando sono arrivato al timone di Rcs, dopo la scalata, il gruppo perdeva 260 milioni. Negli ultimi tre anni, ha fatto in media 75 milioni di utili netti all’anno. Questa è la strada: tenere sulla carta, far salire la gamba di internet”.
“Come sarà il mondo dei giornali in Italia da qui a cinque anni? Ci sarà una selezione naturale di testate: alcune andranno bene, altre faranno fatica a sopravvivere. Rcs sarà disponibile a essere calamita per altri giornali che vorranno il nostro aiuto. Con Rcs abbiamo dimostrato che siamo in grado di saper risanare le aziende editoriali. Da zero abbiamo costruito la Cairo Editore che è diventato il primo publisher in Italia per vendite in edicola di periodici”.