ASL Juve Napoli
(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Napoli salvo dallo 3-0 a tavolino, ma punito con un punto di penalizzazione per violazione del protocollo, potrebbe essere questo lo scenario che si prospetta dopo che la squadra partenopea non si è presentato a Torino per giocare la gara con la Juventus domenica 4 ottobre alle ore 20.45.

Ieri – martedì 6 ottobre – l’avvocato del Napoli, Mattia Grassani ha dichiarato: Il Napoli non è indagato dalla Procura Federale, la partita con la Juve non può che giocarsi. Il provvedimento è chiaro e la partita si dovrà giocare, al Napoli è stato intimato di non giocare, punto”, spiegando poi nei dettagli lo scambio di documenti tra la società e l’Asl per poi prendere la decisione di non partire per “non rischiare un provvedimento penale per tutti i suoi tesserati, violando l’articolo 650 codice penale, cioè la violazione di un provvedimento delle autorità”.

La procura federale indaga se ci siano state violazioni al protocollo, per le quali sono previste sanzioni che vanno dall’ammenda, all’inibizione, alla penalizzazione in punti fino all’esclusione dal campionato. Potrebbe dunque accadere che il Napoli non subisca il 3-0 a tavolino per non essersi presentato a giocare la partita con la Juventus, perché ha obbedito a un ordine dell’Asl, ma venga sanzionata per non aver rispettato il protocollo, spiega il Corriere della Sera.

Il protocollo prevede l’intervento delle Asl, ma possono farlo solo se nel loro territorio si verifica ad un aumento pericoloso dei contagi e/o una situazione preoccupante nelle terapie intensive, potendo in questi casi impedire al gruppo squadra di muoversi per svolgere allenamenti e partite. Va però adeguatamente motivato, cosa che – secondo gli avvocati della Figc – non ha fatto la Asl di Napoli quando ha impedito alla squadra di andare in aeroporto, comportandosi come se il protocollo non esistesse (d’altra parte la Salernitana, stessa situazione sanitaria territoriale, con due positivi è partita).

Inoltre in caso di positività il protocollo prevede che i calciatori debbano restare rigorosamente nella “bolla”, quindi passare la quarantena in una struttura concordata con l’Asl e uscirne solo per giocare le partite sottoponendosi a tamponi costanti. Se, per varie ragioni, tra cui la mancanza di una struttura adeguata come nel caso del Napoli, la società vuole mandare i giocatori a casa, è necessario ottenere l’autorizzazione dell’Asl. In alternativa si viola il protocollo.

L’ha avuta il Napoli? Sembra contraddittorio che l’Asl possa aver autorizzato da una parte un alleggerimento del protocollo, dando il permesso di dormire a casa, e dall’altro un inasprimento dello stesso non permettendo di partire per la partita alla partita.

Del caso Juventus-Napoli si è interessata anche la UEFA, scrive la Gazzetta dello Sport. Nessuna intromissione, ma filtra una certa preoccupazione sull’accaduto. Armand Duka, presidente della federcalcio albanese e membro del comitato esecutivo UEFA, ha dichiarato a Radio Kiss Kiss Napoli: «Il nostro protocollo dice che se una squadra ha almeno 13 giocatori negativi ha il dovere di giocare. Il Napoli, se dovesse avere due positivi, dovrà partire per la Spagna ed affrontare la Real Sociedad in Europa League. Per il bene del calcio le gare vanno giocate». Insomma, se il caso fosse avvenuto in ambito europeo, l’assenza di date per eventuali rinvii e le regole del protocollo approvate di recente avrebbero portato inevitabilmente allo 0-3.

PrecedenteInter, Bastoni da negativo a positivo in 24 ore: oggi nuovo tampone
SuccessivoJuve, isolamento violato: Asl segnala giocatori a Procura