Si alza il tono tra la Professional Football League, la lega calcio francese, e Mediapro, la nuova emittente di Ligue 1 e Ligue 2, che chiede ufficialmente di rinegoziare il contratto per i diritti tv, che prevede il pagamento da parte dell’emittente di 780 milioni di euro a stagione fino al 2024. In tutto, includendo le quote di Canal+ e quelle del colosso di telefonia Free, la Ligue 1 dovrebbe incassare 1,1 miliardi a stagione per quattro anni.
Nel mezzo della crisi sanitaria legata al coronavirus, ci sarebbe in gioco addirittura la sopravvivenza di alcuni club, per i quali gli introiti televisivi rappresentano fino al 60% del budget.
Secondo quando riporta RTL France, la società spagnola, di proprietà di un azionista cinese che non ha fornito alcuna garanzia bancaria, non ha pagato la seconda rata da 172 milioni di euro, che doveva essere versata 48 ore fa e ha manifestato l’intenzione di rinegoziare il contratto.
Il presidente Jaume Roures del colosso spagnolo pretende lo sconto: “C’è crisi – ha detto all’Equipe – l’accordo va rivisto. Il Covid ha colpito molti aspetti che toccano i diritti tv e vogliamo ridiscutere il contratto di questa stagione. Non rimettiamo in discussione il progetto complessivo, ma bar e ristoranti sono chiusi, gli introiti pubblicitari sono crollati, il contesto lo conosciamo tutti e vogliamo ottenere l’abbassamento della quota annuale da 780 milioni”. Difficoltà che nascono anche dal flop del canale Telefoot: finora, secondo RTL, 278.000 persone si sarebbero abbonate al canale creato da Mediapro, che ha come target tuttavia almeno 3,5 milioni di abbonamenti.
La Lega rifiuta di concedere un termine per il pagamento o di entrare in qualsiasi rinegoziazione. Sulla questione è intervenuto il ministro dello Sport, Roxana Maracinenu, che ai microfoni di RTL ha detto: “Faremo molta attenzione affinché questo contratto venga rispettato, che gli impegni presi siano mantenuti perché oggi si tratta della sopravvivenza, non solo del calcio professionistico, ma del calcio stesso. Quando si prendono impegni contrattuali, bisogna rispettarli”.