Alla fine la Lega Serie A è arrivata ad una decisione storica affidando la gestione dei propri diritti televisivi a una media company la cui governance sarà di fatto condivisa con i fondi di private equity.
Cvc Capital Partners, in cordata con Advent International e Fsi, erano i grandi favoriti della vigilia e l’hanno spuntata sulla concorrenza della proposta alternativa formulata da Bain e Nb Reinassance e anche sulla proposta, presentata in extremis e svelata da Calcio e Finanza ieri, di Fortress.
La vittoria della cordata Cvc era già nell’aria de tempo e ieri pomeriggio, appena prima del tentativo “al novantesimo” di Fortress, si dava come favorita questa cordata.
Calcio e Finanza, d’altronde, già lo scorso 28 settembre (ovvero quando i massimi dirigenti delle tre big del calcio italiano si sono incontrati a Casa Milan) aveva rivelato che la cordata che fa capo a Cvc era la scelta preferita da Juventus, Inter e Milan.
La proposta del fondo inglese che fa leva su un’offerta con soldi subito aveva convinto i tre grandi club più che il piano, un po’ più mediato nel tempo, di Bain e Nb Renaissance. Tra l’altro nei palazzi del potere qualcuno ha voluto ricordare come il presidente del Milan Paolo Scaroni sia anche vice presidente di Rothschild, banca tra i principali advisor della cordata Cvc.
Cvc-Advent-Fsi infatti per diventare soci al 10% della media company creata con la Lega si offrono di mettere sul piatto 1,6 miliardi, con un anticipo di 1,1 miliardi da versare al closing per pompare ossigeno nei conti dei club. In più viene concesso alla Lega di poter riacquistare le quote dopo un certo numero di anni.
L’asse Bain-Nb Renaissance invece aveva formulato due tipi di of-ferte. La prima si basava su una partnership che prevede la costituzione di una società per lo sfruttamento dei diritti e la cartolarizzazione degli stessi. L’altra, sulla falsariga di quanto aveva proposto il presidente della Lazio, Claudio Lotito, contempla va la creazione di un’associazione temporanea di imprese, con versamento di un anticipo da 400 milioni.
Infine, a tentare di sparigliare il tavolo è giunta last minute una lettera del fondo Fortress, appoggiato da Wanda e Infront.
In questo quadro le tre grandi del calcio italiano si sono coalizzate e hanno trovato preziosi alleate in Roma, Torino, Fiorentina, Sassuolo, Genoa. Tanto che questa mattina, prima ancora che iniziasse la presentazione delle due cordate, il fronte pro Cvc poteva già contare su otto voti favorevoli sicuri (ne erano necessari 14).
Va tenuto presente che il peso delle grandi squadre si è fatto sentire sui piccoli club, visto che è dai big che molte secietà più piccole ricevono giocatori in prestito che ne corroborano la rosa.
La Juventus per esempio aveva tutto l’interesse a chiudere il deal oggi. Domani è in programma l’assemblea dei soci del club bianconero in cui il management guidato da Andrea Agnelli dovrà presentare il secondo peggior rosso di bilancio (-89,7 milioni di euro) dell’era dell’attuale presidente.
E quindi quale migliore occasione di arrivare con un’operazione chiusa di recente che garantisca molti soldi si da subito per rassicurare i soci?
E a maggior ragione ne avevano interesse le altre big. Se la Juventus, infatti, ha chiuso l’esercizio in perdita per 89,7 milioni ma ha comunque vinto il campionato, Inter, Milan e Roma hanno fatto sicuramente peggio.
Oltre a non aver vinto alcun titolo, rossoneri e giallorossi hanno chiuso il bilancio con perdita di 195 e 242 milioni rispettivamente senza la prospettiva di partecipare alla redditizia Champions League in questa stagione. Mentre i nerazzurri si apprestano a registrare un rosso stimato in 150 milioni. Insomma i soldi subito hanno fatto comodo a tutti.
In più c’è un altro fattore. Se i tam tam di palazzo sostenevano che l’amministratore delegato della Lega Serie A fosse in favore della proposta di Bain e Nb Renaissance, è praticamente certo che il presidente Paolo Dal Pino propendesse per l’offerta di Cvc. Il manager con tutta probabilità gestirà in prima persona la nuova Media Company e potrà tornare a fare il lavoro che ha sempre svolto: quello del’esperto del settore tlc.
Va detto per latro che nei giorni scorsi infatti la battaglia tra le due cordate e i rispettivi advisor, sia finanziari che legali – nella fattispecie da Rothschild, Credit Suisse e Barclays oltre che dallo studio Gattai Minoli Agostinelli per Cvc-Advent-Fsi e Mediobanca, Nomura e gli avvocati di Gatti Pavesi Bianchi e Greenberg Traurig Santa Maria per Bain-Nb Renaissance – è stata condotta a colpi di presentazioni su quali fossero i piani migliori (Calcio e Finanza ha ospitato le ragioni di entrambe le fazioni).
Una prassi normale nell’ambito finanziario che testimonia una volta di più come il settore calcio si stia strutturando sempre più anche in Italia come una vera e propria industria.