La possibile chiusura delle attività sportive dilettantistiche, dai centri sportivi alle piscine e alle palestre, come misura per contenere il contagio da Covid-19, sta trovando la decisa opposizione da parte del mondo dello sport e degli esponenti politici maggiormente coinvolti verso questo mondo.
Dopo le prese di posizione del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, e del presidente del Coni, Giovanni Malagò, anche Simone Valente, parlamentare del Movimento 5 Stelle ed ex sottosegretario allo sport, ha chiesto al governo di «scongiurare la chiusura di palestre e lo stop delle attività sportive dilettantistiche».
«Il diritto alla salute è sancito dalla nostra Costituzione e l’esercizio fisico è parte integrante di questo diritto inviolabile. Il Governo si adoperi con tutti i mezzi per garantire il diritto alla salute e alla socialità nella sua complessità», ha scritto Valente in un post sul suo profilo Facebook.
Secondo Valente è invece «necessario, invece, studiare nuove misure e protocolli, ove fosse necessario, per contenere i contagi prima e dopo le attività».
A parere del parlamentare «sarebbe anche opportuno che venissero pubblicati i dati relativi ai contagi durante l’attività motoria e sportiva per garantire la massima trasparenza e quindi dimostrare il rischio specifico di tali attività. La pandemia sta avendo effetti anche sulla tenuta psicologica di noi tutti. Chiudere i centri fitness, le piscine e le società che praticano sport di base, non farebbe che aggravare questa situazione. Auspico prevalga l’equilibrio nelle decisioni delle prossime ore, le conseguenze dello stop meritano di essere valutate molto attentamente».
Sulla stessa posizione anche la senatrice Daniela Sbrollini, responsabile del dipartimento sport di Italia Viva e co-presidente dell’intergruppo sport, salute, benessere.
«Chiudere palestre, piscine, centri che promuovono l’attività fisica sarebbe una scelta sbagliata, figlia della fretta. Se garantiscono le necessarie precauzioni, sono luoghi più sicuri di tanti altri, in cui preservare la socializzazione e insegnare ad applicare le norme di prevenzione dal contagio», ha affermato Sbrollini in una nota.
«Coinvolgiamo tutto il mondo dello sport, ricordando che molti di sport professionale vivono: dagli allenatori a tutto l’indotto. I centri sportivi e le società agonistiche anche dilettantistiche hanno fatto investimenti per garantire la sicurezza. È un controsenso immaginare di migliorare la situazione sanitaria fermando chi di cultura della prevenzione attiva vive», ha concluso la senatrice.