(Photo Samantha Zucchi Insidefoto)

«È fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine».

E’ quanto riporta il monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Iss nel report settimanale.

«Con un indice Rt a 1,5 l’epidemia è in rapido peggioramento soprattutto in alcune Regioni italiane. La situazione evidenzia segnali di criticita’ dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di diverse Regioni e province autonome», si legge ancora nel report.

L’analisi dei dati relativi al periodo 12-18 ottobre 2020 rileva che «per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi, e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Alcuni dei casi identificati tramite screening, tuttavia, potrebbero aver contratto l’infezione in periodi antecedenti».

Inoltre «si continua a osservare un forte incremento dei casi che porta l’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg a 146,18 per 100.000 abitanti (periodo 5/10-18/10) (vs di 75 per 100.000 abitanti nel periodo 28/9-11/10). Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici e’ passato da 15.189 (periodo 28/9-11/10) a 27.114 (periodo 5/10-18/10)».

«L’aumento di casi è diffuso in tutto il Paese, con tutte le Regioni/PPAA che riportano un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso MdS). Questa settimana, soltanto uno su quattro dei casi è stato rilevato attraverso attività di tracciamento di contatti, mentre il 31,7% è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi. Scende anche la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (25,8% vs 31.1% della settimana precedente). Nel 16,9% dei casi non e’ stato riportato l’accertamento diagnostico».

Intanto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ribadisce di non stare pensando ad un lockdown generalizzato del Paese.

«Rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario», ha affermato il premier parlando al Festival del Lavoro.

Il presidente del Consiglio resiste dunque sulla linea della prudenza e, nonostante stia pensando con i suoi ministri a nuove misure per arginare i contagi da Covid19, resta convinto dell’idea che un nuovo lockdown in tutta Italia sarebbe un disastro per l’economia del Paese.

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