Inter causa UEFA Hakimi
(Photo by Tiziana FABI / AFP) (Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

In casa Inter tiene banco il caso Hakimi. Il calciatore marocchino, positivo al Coronavirus dopo il test della UEFA che lo ha costretto a saltare la sfida con il Borussia Monchengladbach, è risultato invece negativo a seguito dei due test effettuati dall’Inter nella giornata di giovedì e ieri.

Dove starà la verità? Se lo chiede la Gazzetta dello Sport, spiegando che quello del tampone di Hakimi ha già la forma di un giallo, tra verdetti al limite e ritardi di comunicazione. Le conseguenze, poi, sono arrivate fino a San Siro: Achraf, fermato a ridosso della gara col Gladbach, sarebbe servito ad Antonio Conte.

Una beffa ha fatto infuriare l’Inter, tanto che se oggi l’ennesimo test dovesse confermare la negatività, i nerazzurri – spiega il quotidiano – valuteranno come tutelare i propri interessi a ogni livello. Nulla è escluso, neanche una causa vera e propria: la storia insegna che la Champions si gioca sempre sul filo dei punti.

La sequenza dei fatti nella ricostruzione interista fotografa una situazione anomala. Mercoledì mattina sarebbe arrivato l’avviso verbale del verdetto dei tamponi effettuati nel laboratorio Synlab legalmente autorizzato dalla UEFA, passaggio necessario per giocare in Champions.

Tutti negativi, compreso Hakimi, che a quel punto ha fatto la rifinitura coi compagni. Alle 16.10, ecco la prima sorpresa: in base a una nuova valutazione dei risultati, Achraf è stato considerato “debolmente positivo”. Conseguenze: isolamento immediato e addio Borussia Mönchengladbach.

A quel punto, sempre mercoledì, è stato effettuato un altro test e il risultato arrivato giovedì ha confermato lo stesso stato: carica virale minima, ma sufficiente ad accertare quella debole positività. Poi le analisi organizzate giovedì dall’Inter nelle strutture di cui si avvale ormai quotidianamente. Esito opposto: negativo. Così come il test effettuato ieri, con risultato arrivato oggi: tanto che il giocatore può essere a disposizione per la sfida col Genoa.

Quello che ha fatto infuriare l’Inter, comunque, è il presunto difetto di comunicazione mercoledì. Il cambio di valutazione sul tampone di Hakimi – conclude la Gazzetta – è arrivato ore dopo, a ridosso della distinta. Era stato quindi concesso al marocchino di stare con la squadra per ore: in teoria, avrebbe potuto contagiare i compagni, con conseguente danno patrimoniale e sportivo.

Non bastasse, visto il ritardo, non c’era più tempo per organizzare in giornata un altro test, necessario in casi così dubbi. Da parte sua, la Synlab rivendica la correttezza del proprio operato e il rispetto dei protocolli in tutte le fasi delle operazioni.

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