“Ho parlato spesso con Lotito, ma lui mi ha detto che per la SS Lazio lo Stadio Flaminio non è compatibile con la sua idea di sviluppo della società. Anche molti tifosi ci hanno contattato, invece interessati all’idea. Non ho ricevuto interessamenti da altre squadre”. Così l’assessore allo Sport di Roma Capitale Daniele Frongia, nel corso della conferenza stampa sul Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio.
Lo Stadio Flaminio, progettato da Pier Luigi Nervi con il figlio, architetto Antonio Nervi, tra il 1957 e il 1958, fu realizzato in occasione della XVII Olimpiade di Roma (1960) e inaugurato nel 1959. Dopo diversi anni di abbandono, lo stadio versa oggi in uno stato di grave degrado. I processi di alterazione sono riconducibili principalmente a tre cause: interventi impropri che non hanno rispettato il carattere dell’organismo, diffuso degrado dovuto al lungo periodo di abbandono, invecchiamento fisiologico dei materiali e degli impianti.
In accordo con il Comune di Roma, il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica della SAPIENZA Università di Roma, la Pier Luigi Nervi Project Association e Do.Co.Mo.Mo. Italia hanno presentato una domanda alla Getty Foundation – una delle istituzioni internazionali più prestigiose che sostengono la ricerca sull’arte, l’architettura e la conservazione – per ottenere un sostegno alla elaborazione di un piano di conservazione dello stadio Flaminio nel quadro dell’iniziativa di sovvenzione internazionale Keeping it Modern. Il programma di ricerca, dal titolo Lo Stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi a Roma: un piano di conservazione interdisciplinare, è stato approvato con delibera del 1 giugno 2017 e sarà sviluppato da un team di specialisti nei vari settori disciplinari coinvolti nella ricerca, sotto la supervisione di un comitato scientifico internazionale.