“La Superlega? No, non la vedo all’orizzonte. Le cose clandestine non mi piacciono. Magari alcuni ne stanno parlando al bancone di un bar, ma non è una discussione che sta andando avanti seriamente. Economicamente non sarebbe una cosa conveniente”. Lo ha detto il presidente de La Liga Javier Tebas in un’intervista a SportLab, l’evento digitale dedicato al futuro dell’industria dello sport promosso da “Stadio” e “Tuttosport” in occasione dei 75 anni delle due testate.
“Esiste un piano B o c’è comunque l’idea di poter interrompere anzitempo il campionato? Non è una nostra idea, noi pensiamo solo a terminare il campionato regolarmente. Non possiamo essere costantemente in discussione su questo tema perché altrimenti ci sarebbero ripercussioni sulla regolarità del campionato stesso. Con le rigorose precauzioni che stiamo adottando possiamo terminare regolarmente il campionato”.
“Poter contare sui migliori giocatori è molto importante per ogni campionato. Avere Cristiano Ronaldo o Messi è fondamentale per una competizione come la nostra, anche se La Liga ora ha un marchio piuttosto forte a prescindere dai nomi. Se mi piacerebbe che Ronaldo tornasse in Spagna? Certo che sì, ma come tanti altri giocatori. Penso allo stesso Neymar per esempio”.
“I club in Spagna hanno fatto gruppo o hanno prevalso gli interessi dei singoli? Abbiamo lavorato in modo collettivo, come Liga. Tutti i club erano coscienti che per rivitalizzare un campionato così serviva un lavoro collettivo. Faccio un esempio: la crescita passata di un club come il Man United è andata di pari passo con la crescita della Premier League, quindi le due cose non sono contradditori”.