Marco Van Basten (Photo credit should read TOSHIFUMI KITAMURA/AFP via Getty Images)

Il Milan di Sacchi e Capello è “fra le sei squadre più grandi di sempre, ma Sacchi non lo sopportavo, parlava troppo“. Marco Van Basten si racconta nell’autobiografia scritta don il giornalista Edwin Schoone che esce domani in Olanda e ripercorre i suoi anni d’oro con la maglia rossonera.

Van Basten ricorda che durante la gestione di Arrigo Sacchi “abbiamo dovuto guardare tanti video; in allenamento parlava sempre. Era troppo. Gli dicevo: mister, me lo hai già detto 12 volte. Era un tale fanatico che continuava a raccontare le stesse storie. Era difficile da accettare“.

Secondo Van Basten Sacchi e Capello “sono stati allenatori fortunati perché avevamo una squadra meravigliosa. Avevano Baresi, Maldini, Costacurta e Tassotti grandi difensori che sapevano giocare molto bene anche con il pallone“.

Van Basten considera il suo Milan una delle più grandi squadre della storia, insieme con l’Ajax del 1972, il Bayern Monaco del 1974, il Liverpool degli anni ’80, il Real Madrid di Ronaldo e il Barcellona di Messi, Busquets, Iniesta e Xavi “non ho intenzione di dire che siamo stati i migliori. Ma eravamo tra i migliori”.

Nel volume c’è spazio anche per i tormenti: Van Basten ricorda i suoi infortuni e la sofferenza (che alla fine gli sono costante il ritiro anticipato dall’attività) di quando Crujyff lo faceva giocare lo stesso nell’Ajax anche se aveva dolori: “mi diceva, non giochi tutte le gare e puoi saltare alcuni allenamenti. Ma devi giocare in Europa. Qualunque cosa accada, devi giocare la finale”

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