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(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Allo sport italiano servono con urgenza circa 400 milioni di ristori per evitare il tracollo finanziario. Uno spettro che non riguarda solo la Serie A di calcio, la cui richiesta di 600 milioni di è stata rispedita al mittente.

Dal basket al volley, proseguono i campionati nazionali, con le squadre che devono sopportare i costi dei protocolli sanitari, senza però poter contare, con stadi e palazzetti chiusi, sui ricavi da botteghino, ovvero abbonamenti e ticketing. Una voce di ricavo cruciale, la cui mancanza aggrava i problemi di liquidità delle società che per questo motivo chiedono con urgenza al governo: ristori, prestiti agevolati e misure di sostegno. Un primo passo da parte dell’esecutivo è stato fatto con il decreto ristori-bis che stanzia 80 milioni per Asd e Ssd.

Impatto stadi chiusi –  420 milioni persi

L’impatto della chiusura degli stadi per gli sport di squadra più seguiti (calcio, basket e pallavolo), come riporta il Sole 24 Ore, è pari ad un complessivo di 420 milioni solo per la stagione 2020/21. Di questi 300 milioni sono quelli che vengono meno nella Serie A di calcio, in base ai dati del 2018/19.

Per i campionati di Serie B e Lega Pro l’impatto è rispettivamente di circa 25 milioni e 27 milioni. Per la Lega nazionale Dilettanti, a partire dalla Serie D, ammonta a 35 milioni. Il basket della Serie A grazie alla presenza degli spettatori, sempre nell’annata 2018/19, poteva fare affidamento su incassi per circa 12,5 milioni, e quello della Lega Nazionale Pallacanestro (A2 e B) su quasi 10 milioni. Nel volley le squadre della Lega Serie A maschile (Superlega, A2 e A3) hanno realizzato introiti per 7,5 milioni e quelle della Lega Serie A femminile (A1 e A2) per quasi 2,5 milioni.

Impatto stadi chiusi – Le parole di Ghirelli

Sul tema è intervenuto il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, il quale ha dichiarato: «Il decreto Cura Italia 1 ci ha equiparato al settore industriale e quindi sarebbero opportuno provvedere a una sospensione dei versamenti fiscali e a una rateizzazione a lungo termine, nonchè a favore di finanziamenti per le esigenze di liquidità e per la concessione di contributi garantiti dal livello centrale. Per il provvedimento sul credito di imposta per le sponsorizzazioni c’è bisogno urgente del decreto attuativo. Seguitare a giocare senza introiti è un onere pesantissimo. Il Paese soffre e lo so, ma anche i club soffrono e ciò non sarà sopportabile per tanto tempo. Subito dopo dobbiamo varare un nuovo sistema di mutualità tra le leghe, anche rivedendo la legge Melandri».

Impatto stadi chiusi – Il mondo del basket

Per il mondo del basket ha parlato Umberto Gandini, presidente della Lega Serie A: «Noi continuiamo a giocare, rispettando protocolli e disposizioni di legge, consapevoli dell’importanza di andare avanti anche per senso di responsabilità sociale. Ci mancano molti ricavi, cosa che si traduce in mancanza di liquidità anche avendo redatto budget contenuti. Senza i ritorni delle campagne abbonamenti e dei ricavi dai palazzetti il movimento non sta in piedi. In altri Paesi Europei i Governi sono stati più efficaci: in Francia, ad esempio, il basket ha potuto contare su un prestito garantito dallo Stato e restituibile in più anni per far fronte alla mancanza del pubblico. L’imperativo è terminare la stagione senza mettere a repentaglio i club , e questo non sarà possibile senza interventi tangibili di sostegno finanziario e fiscale».

Pietro Basciano, numero uno della Lnp, aggiunge: «I nostri tornei partiranno il 22 novembre ma senza aiuti pubblici si rischia un’ecatombe di club che non potranno contare neppure su quella quota minima del 25% di pubblico che avevamo proposto».

Impatto stadi chiusi – Le richieste della pallavolo

Per la pallavolo è intervenuto il presidente della Lega Serie A femminile, Mauro Fabris, il quale ha detto: «è necessario consentire di recuperare le spese sostenute per gli interventi previsti dai protocolli anti-Covid, come i tamponi periodici eseguiti su atlete e staff e le frequenti sanificazioni degli impianti per allenamenti e partite. Inoltre chiediamo che tutti i club di Serie A siano finalmente riconosciuti come imprese e che dunque siano ammessi allo stesso regime di garanzie da parte dello Stato, ad esempio per quanto riguarda l’accesso al credito immediato». 

«Non vogliamo creare allarmismi e siamo consci della nostra funzione sociale – conclude Massimo Righi, presidente della Lega volley Serie A maschile -. Ciò non toglie che stiamo andando incontro a una grave crisi di liquidità, essendo venute meno le nostre principali entrate. Non chiediamo risorse a fondo perduto, ma prestiti agevolati da 200mila/800mila euro a club, da restituire nei prossimi 10 anni e da usare per le spese correnti, che ci consentano di concludere la stagione senza ulteriori difficoltà».

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