Investimenti calcio Coronavirus
Kyle Krause, nuovo proprietario del Parma (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP) (Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Il calcio europeo è diventato sempre più un obiettivo di investimento negli ultimi decenni, principalmente a causa della trasformazione del settore. Tante le motivazioni che hanno spinto gli investitori a mettersi in gioco, dalla massimizzazione dei ricavi, all’espansione sul mercato, al brand, dalle pubbliche relazioni al posizionamento geopolitico.

La trasformazione – iniziata negli anni ’90 – ha reso il settore sempre più attraente dal punto di vista finanziario per gli investitori, sia per le partnership commerciali sia per quanto riguarda l’acquisto diretto delle società.

Nonostante l’impatto devastante dell’emergenza Coronavirus, il mercato delle cessioni è rimasto attivo, indicando un interesse a lungo termine degli investitori nel calcio. Fino ad oggi sono state completate meno di 20 operazioni (tra acquisti di quote di maggioranza e minoranza), un numero lontano da quello eccezionale del 2019 (45), ma comunque vicino alla cifra del 2018.

Dato che i club più importanti sono diventati risorse scarse, KPMG spiega come gli investitori abbiano iniziato a concentrare la loro attenzione su obiettivi secondari, che vanno dai club di divisioni inferiori con potenzialità di promozione a club in campionati di seconda fascia, ma con la possibilità di qualificarsi per le competizioni europee.

Tra i vari affari, si segnalano le operazioni su Wigan e Charlton in Inghilterra, la cessione del 35% del Girona in Spagna, e ben cinque operazioni in Francia, la maggior parte delle quali hanno riguardato quote di minoranza di club di livello di seconda fascia (Caen, Paris FC, Troyes, Tolosa e Bordeaux).

In Italia sono invece tre i club che hanno cambiato proprietà tra Serie A e Serie B: per Roma, Parma e Venezia sono state cedute le quote di maggioranza nonostante l’incertezza causata dall’emergenza Coronavirus.

Anzi, il mercato ha rivelato come la pandemia abbia creato alcune circostanze particolari che potrebbero persino essere incoraggianti per gli investitori che sono alla ricerca di occasioni in previsione del ritorno del calcio alla normalità.

In particolare, spiega KPMG, le società di investimento statunitensi sono pronte a penetrare nel mercato poiché hanno le risorse per agire rapidamente e trarre vantaggio dalla situazione. Gli investitori USA, non a caso, hanno già fatto passi da gigante nel calcio europeo: detengono quote importanti in circa un quinto delle 60 squadre che militano nelle massime divisioni calcistiche di Inghilterra, Italia (Roma, Parma, Milan e Fiorentina, mentre il Bologna è di proprietà canadese) e Francia.

Le tre acquisizioni del 2020 in Serie A sono infatti riconducibili a investitori statunitensi. Di queste, l’operazione più importante è stata proprio l’acquisto da parte del Gruppo Friedkin dell’86,6% della Roma da James Pallotta. Il caso dei giallorossi è emblematico delle circostanze di mercato uniche, dato che il club è passato di mano a un prezzo inferiore rispetto a quello concordato prima dell’emergenza.

Ma diversi investimenti dagli USA risalgono già agli anni scorsi, quando imprenditori coinvolti nello sport americano hanno deciso di mettere le mani su società di Premier League per sfruttare le sinergie offerte dalla sport industry. Basti pensare al Liverpool con Fenway o allo United con la famiglia Glazer.

Un’altra motivazione chiave per gli investitori americani è il fatto che il calcio europeo offre spesso condizioni migliori rispetto agli investimenti nei principali sport americani, anche senza prendere in considerazione l’attuale svalutazione complessiva dei club a causa della pandemia.

Per esempio, una quota del 10% nei Los Angeles FC (club di MLS) è stata rilevata da più investitori minori per 70 milioni di dollari a marzo, con una valutazione della società pari a 700 milioni di dollari. D’altra parte, il Newcastle, storico club con una vasta fan base e l’accesso ai ricavi della Premier League, è stato messo sul mercato per 300 milioni di sterline.

Anche i cambiamenti e le differenze di regolamenti (oltre alle plusvalenze) hanno contribuito all’aumento dei finanziamenti statunitensi al settore. La maggiore sostenibilità e regolamenti finanziari più sofisticati, come il Financial Fair Play, hanno allineato i campionati di calcio europei ai campionati sportivi americani in termini di volatilità e orientamento al business.

Infine, le strategie di gruppo forniscono un’ulteriore una fonte di motivazione per ulteriori investimenti dagli USA. L’anno scorso, il gigante del private equity Silver Lake ha acquisito una partecipazione del 10% nel City Football Group (CFG), holding proprietaria del Manchester City e di altre nove squadre di calcio a livello globale.

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