Calcagno taglio stipendi – Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sport nella quale ha parlato della sostenibilità del calcio italiano e del tema degli stipendi dei calciatori.
In Liga sono stati pubblicati i tetti salariali dei club di prima e seconda divisione per la stagione 2020/21 e si pensa ad un salary cap comune per il campionato spagnolo. “In Italia non è attuabile, lo ha detto anche il presidente Dal Pino – spiega Calcagno. – Lo abbiamo testato per 10 anni in Serie B e non ha riequilibrato i conti delle società. Forse è arrivato il momento di chiederci se i club siano arrivati a questa fase emergenziale facendo tutto il necessario negli anni precedenti”.
“Il nostro calcio è rimasto un gradino indietro rispetto ai competitor europei – prosegue il numero uno dell’Assocalciatori, riguardo ai problemi del calcio italiano. – Anche perché il sistema Paese non l’ha aiutato. Penso agli stadi e a quanto la burocrazia abbia tarpato le ali a molti progetti che avrebbero potuto aiutare le società”.
Calcagno taglio stipendi: «Stipendi? Problemi veri nel calcio sono altri»
Per quanto riguarda l’impegno dei calciatori in questo momento di crisi, il presidente del comitato dei calciatori sottolinea: “Durante il lockdown tutti i calciatori hanno fatto la loro parte. Non c’è un atleta che non abbia fatto rinunce economiche e oggi, dopo 6 mesi, siamo qui a parlare dello stesso discorso. Noi abbiamo sempre avuto un forte senso di responsabilità, ma quando parleremo di riforme con le altre componenti? Abbiamo calciatori professionistici che guadagnano meno di 50 mila euro lordi all’anno”.
“Il taglio degli stipendi non è la soluzione al problema ma porterà solo benefici di basso respiro. Non permetteremo che il tema degli stipendi diventi lo specchietto per le allodole per non parlare dei veri problemi del calcio”