Stellantis governance
(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

«Cosa sarà il calcio nel 2040?» si chiede il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, nel suo intervento sul primo numero del magazine Linkiesta Forecast, come riporta Repubblica.

La pandemia ha svelato i difetti strutturali e messo fine all’età dell’oro del calcio, con una perdita di per circa 6,5 miliardi in mancati ricavi nel biennio 2019/21:: «Il calcio ha nascosto per anni molti difetti strutturali della sua piramide monolitica – spiega Agnelli. – Che, in più di un secolo e mezzo di storia, ha subito alcune restaurazioni rilevanti».

Ora però l’intero sistema presenta profonde crepe, dal vertice alla base: «I dilettanti non giocano più, i giovani non si avvicinano allo sport e i consumatori devono selezionare molto più di prima. Nel frattempo, si affaccia la nuova generazione Z, che ha valori, oltre che interessi, molto diversi da chi l’ha preceduta».

Un terremoto che rende necessaria una nuova visione che ponga al centro i calciatori, gli imprenditori e il pubblico, per affrontare le sfide dei prossimi anni: «Lo spettacolo calcistico ha tutto per continuare a prosperare, dai protagonisti agli investitori e agli appassionati. Queste tre componenti sono le fondamenta sulle quali ricostruire».

Agnelli difende queste tre componenti evidenziano un’asimmetria nella governance: i calciatori non hanno potere decisionale sui calendari; imprenditori e investitori «non possono determinare formati e regole d’accesso e incassano proventi tramite l’intermediazione di autorità terze (leghe e federazioni) di cui nessuno nega però la necessità».

Negli ultimi anni si è molto discusso di una riforma dei campionati e della Champions, così come la creazione di una Superlega. Sul tema il numero uno della Juventus ipotizza: «Il processo di polarizzazione proseguirà inarrestabile, non per assecondare i desideri di un avido gruppo di imprenditori ma perché l’offerta di calcio sia adeguata alla domanda e garantisca qualità».

E la risposta alla domanda iniziale? Come sarà il calcio del futuro? «Il calcio del futuro ha il dovere di coltivare la protezione degli investimenti, i livelli di remunerazione e la distribuzione adeguata dei proventi». Ma salvare il calcio d’élite per Agnelli significa anche tutelare la mutualità: le risorse dovranno essere messe a disposizione delle istituzioni per finanziare il calcio maschile e femminile di base, dei dilettanti e delle nuove generazioni.

PrecedenteLe mani di un finanziere britannico sul Pisa grazie a Vialli
SuccessivoTruffe a Conte, ma non solo: Bochicchio sotto inchiesta