Proseguono le difficoltà economiche per il Barcellona, stretto nella morsa della crisi portata dall’emergenza Coronavirus. Secondo quanto riporta El Confidencial, il club si è rivolto a banche e istituti di credito per chiedere un’estensione delle scadenze dei debiti per evitare il default.
Stando al sito spagnolo, i debiti in questione ammonterebbero a 300 milioni di euro circa e tra i creditori ci sono Goldman Sachs, la statunitense Prudential e ancora Allianz, Barings e Amundi.
Tra giugno 2019 e giugno 2020 si stima che il debito del club catalano sia più che raddoppiato, mentre una recente stima in Spagna aveva già portato la cifra a 900 milioni di euro. Del resto, le entrate del Barcellona – così come quelle di altri club – sono state abbattute dalla pandemia.
Con il Camp Nou chiuso ai tifosi nei giorni delle partite, i ricavi da botteghino e altre entrate associate si sono prosciugate, compreso il giro d’affari che ruota attorno allo stadio, che solitamente è una fonte di reddito grazie al turismo, con persone che si godono un tour, una visita al museo e acquisti allo store ufficiale.
Ma non è l’unico problema. Le spese del Barcellona sono state considerate spericolate e priva di una pianificazione a lungo termine per diversi anni. A Lionel Messi è stato negato un premio fedeltà da 39 milioni di euro nel 2017, che è stato erogato lo scorso anno, per non parlare di giocatori come Coutinho, Griezmann e Dembele pagati otre 100 milioni di euro ciascuno.
A novembre, il candidato alla presidenza Victor Font ha descritto le finanze del club come in uno stato «critico», al punto di non avere a disposizione liquidità per accontentare l’allenatore Ronald Koeman sul mercato.