Il sito danese Off The Pitch ha offerto una panoramica interessante su BC Partners, il fondo britannico interessato a mettere le mani sull’Inter. In particolare, sono state riportate le parole di Raymond Svider (presidente e presidente del comitato esecutivo), che nel recente passato ha parlato della strategia del fondo e del generale interesse da parte dei private equity nei confronti del mondo dello sport.
Secondo Svider bisogna fare attenzione alle acquisizioni da parte dei private equity. Il presidente di BC Partners ha affermato che la preoccupazione di gestire gli asset esistenti durante la pandemia e la mancanza di accesso al debito limita la possibilità che i fondi possano essere «opportunistici».
«Sembra che il mondo stia cadendo a pezzi. La maggior parte di noi che c’era anche prima vorrebbe mettere i soldi per lavorare e sfruttare le opportunità. [Ma] al momento non c’è debito disponibile per finanziare le acquisizioni. Inoltre, abbiamo tutti in portafoglio società che stanno vivendo situazioni senza precedenti e su cui dobbiamo concentrarci», le parole di Svider.
Queste parole possono suonare come un limite alla possibile acquisizione dell’Inter? Si chiede Off The Pitch. Lo scorso marzo, all’inizio della pandemia, Svider aveva presentato la strategia di investimento del fondo a SuperReturn International, il più grande evento di private equity e venture capital al mondo.
«Cerchiamo segmenti di mercato che presentino una qualche forma di crescita strutturale. Cerchiamo segmenti di mercato resistenti alla recessione perché ovviamente c’è un’alta probabilità – o una probabilità significativa – che nei prossimi cinque anni ci sia una qualche forma di rallentamento economico. E, cosa molto importante, cerchiamo segmenti molto frammentati», aveva sottolineato.
Inoltre, Svider aveva aggiunto che la possibilità di creare valore avrebbe concesso un margine di manovra e un «cuscino» sufficienti a offrire «una ricompensa per il rischio che è equilibrata e che, se l’economia iniziasse a rallentare, continuerà a rendere».