Bjorn Gulden, amministratore delegato di Puma, ha descritto il 2020 come «l’anno più complicato» che abbia mai sperimentato. Una dichiarazione che fotografa la situazione del brand di abbigliamento sportivo tedesco, le cui vendite nell’anno appena concluso ammontano a 5,23 miliardi di euro.
I risultati finanziari della società – scrive SportsPro – indicano un utile al lordo delle imposte pari a 162,3 milioni, in calo rispetto ai 417,6 milioni dello scorso esercizio, e un utile netto di 78,9 milioni, anch’esso in netto calo rispetto ai 262,4 milioni del 2019.
Nonostante il calo complessivo delle vendite (5,2 miliardi contro i 5,5 miliardi del 2019) Puma ha fatto registrare un aumento delle vendite del 9,1% nell’ultimo trimestre del 2020 (1,52 miliardi), incremento attribuito all’ottima performance nella regione Asia-Pacifico, in particolare nella Grande Cina (Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong, Macao e Taiwan).
Vendite in aumento anche nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), nonostante le reiterate misure di lockdown nel mese di novembre nel Vecchio Continente. Tutto questo ha permesso la chiusura di un ultimo quarto con guadagni al lordo di interessi e tasse pari a 63,3 milioni, in aumento del 14,6% rispetto all’anno precedente.
La crescita nelle vendite era già cominciata nel terzo trimestre 2020, dopo una perdita di 95,6 milioni nel secondo dovuta alla pandemia, che già aveva impattato in parte il primo trimestre dello scorso anno. Gulden si aspetta un 2021 migliore, ma la società ha comunque messo in guardia sul fatto che gli effetti della pandemia potrebbero proseguire per la prima metà dell’anno corrente.