“Inter? Ovviamente non posso commentare accordi non avvenuti ma certamente stiamo valutando di investire nell’industria dello sport, che sia lega o proprietà di club. E il club dovrebbe essere un club con alte possibilità di competere ai massimi livelli”. Lo ha detto Nikos Stathopoulos, top manager di Bc Partners, in un’intervista a Bloomberg.
Stathopoulos è partner, presidente del comitato di gestione del portafoglio, membro del comitato esecutivo, oltre a guidare gli investimenti dell’azienda in telecomunicazioni e media con particolare attenzione soprattutto agli investimenti in Italia del fondo Bc Partners, in trattativa con Suning per acquistare l’Inter.
“Stiamo approcciando il mondo dello sport da un punto di vista dei contenuti. Lo sport è una grande fonte contenuti di alto valore: è in tempo reale, è unico e un contenuto del genere ha valore. Come musica e cinema, lo sport ha contenuti molto attraenti per il pubblico”, ha proseguito Stathopoulos.
“Lo sport ha contenuti che possono essere monetizzati. È meno importante che sia una lega o un club, dipende ovviamente da cosa è disponibile sul mercato. Lo sport è un’industria a cui stiamo guardando sempre di più ed è un’industria in crescita. La monetizzazione dei contenuti è un trend che vedremo sempre di più, lo sport non è un settore con regole come tutti gli altri settori industriali e i fondi di private equity possono essere catalizzatori nel rendere istituzionale un settore che è molto attraente e in crescita”.
“La crescita di Amazon e Netflix come cambia le scelte negli investimenti sullo sport? È un grande esempio del tipo di asset che sta crescendo in questi tempi e del tipo di contenuto in cui invstire perché può crescere per massimizzare il valore. La crescita di Netflix ecc ha istituzionalizzato il settore e ha mostra che i contenuti possono avere grande valore, basta vedere il valore oggi di Netflix che non è comparabile con il valore di nessun club in nessuno sport”.
“Non credo ci siano grandi differenze nell’avere una proprietà in mano ai fondi di private equity completamente o parzialmente, visto che molte delle trattative con le leghe riguardano quote di minoranza. I fondi porterebbero capitale e potenzialmente anche più professionalità, più disciplina e più regole in leghe e in club che oggi sono guidate da un punto di vista più individuale. Non credo che debba esserci nessuna preoccupazione per l’ingresso di chi ha portato più disciplina e regole nei settori dove ha investito precedentemente”.