Il test andato in scena nella sfida tra Udinese e Fiorentina giocata alla Dacia Arena di Udine lo scorso 28 febbraio è solamente la punta dell’iceberg di un lavoro che parte da lontano e che vede l’agenzia di media e marketing sportivo Infront in prima linea nella ricerca di soluzioni per la riapertura degli stadi.
Da quando l’emergenza Coronavirus ha stravolto – tra le tante attività – anche il business del pallone, la società con sede a Zug, in Svizzera, ha iniziato a collaborare con virologi e altri specialisti del settore a soluzioni che consentissero, al momento opportuno, una graduale riapertura degli impianti ai tifosi.
Grazie alla disponibilità dell’Udinese e al lavoro di un partner importante come il Gruppo Be Shaping The Future, Infront ha potuto così effettuare il primo test del progetto RE-START.
I circa 350 addetti ai lavori abitualmente presenti nel matchday alla Dacia Arena sono stati così dotati di un dispositivo che segnala con una vibrazione, a chi lo indossa e agli steward, il mancato rispetto del distanziamento sociale permettendo anche il tracciamento dei contatti all’interno dello stadio, nel pieno rispetto della privacy.
Il club friulano da sempre pone massima attenzione all’innovazione tecnologica, una lungimiranza che ha permesso a Infront – il cui ruolo di advisor è stato fondamentale in questa operazione – di avviare la sperimentazione.
«Siamo da sempre all’avanguardia nella ricerca di soluzioni tecnologiche e di servizi per i nostri partner e clienti. Nei mesi passati abbiamo identificato e selezionato i partner più affidabili per trovare soluzioni idonee alla riapertura degli stadi e alla fruizione da parte del pubblico degli eventi sportivi», ha dichiarato Alessandro Giacomini, Managing Director di Infront Italy.
«Siamo molto soddisfatti di aver trovato come sempre in Udinese Calcio un partner che si mette in gioco insieme a noi, desideroso di testare una soluzione che potrebbe portare a medio-breve termine a riaprire al pubblico in sicurezza gli stadi e tutti gli eventi sportivi», ha aggiunto.
«L’innovazione tecnologica applicata al calcio è nel DNA dell’Udinese. Qui da Udine, infatti, sono sempre partite sperimentazioni rivoluzionarie, come quella della Goal Line Technology, propedeutica, poi, al Var e del riconoscimento facciale testato in occasione della finale degli Europei under 21 del 2019», h sottolineato invece il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia.
«Grazie alla grande visione di Gianpaolo Pozzo, Udine è sempre stata trampolino di lancio di innovazioni. Adesso, nell’ottica di una riapertura in totale sicurezza degli stadi che il mondo del calcio professionistico auspica il prima possibile, la Dacia Arena intende, con forza, confermare la propria ambizione a divenire punto di riferimento, a livello nazionale e internazionale, per la sperimentazione e lo sviluppo di strumenti innovativi utili ad una riapertura al pubblico nel prossimo futuro», ha detto ancora.
A Campoccia ha fatto eco il Direttore Generale del club Franco Collavino: «Abbiamo voluto fortemente, in sinergia con Infront, lavorare ad un protocollo per la riapertura degli stadi in sicurezza. Questo primo passo, ci auguriamo che possa aprire una strada per riaccogliere i nostri tifosi e i nostri partner alla Dacia Arena in un prossimo futuro».
«Più volte abbiamo sperimentato soluzioni innovative che hanno ispirato il mondo del calcio e abbiamo voluto questo test testimoniando, ancora una volta, l’attenzione verso tutti i nostri sostenitori di cui sentiamo la mancanza», ha sottolineato.
Le restrizioni imposte dai vari Dpcm che si sono susseguiti in questi mesi hanno inevitabilmente ritardato i test di strumenti già individuati da tempo, come ad esempio la possibilità di riconoscimento facciale per chi entra negli stadi, ma si guarda al futuro con ottimismo.
«Siamo reduci dal successo dei Mondiali di Sci di Cortina dove “Human Mobility” – questo il nome della soluzione – è stato l’ecosistema di riferimento per garantire la sicurezza degli operatori, degli atleti e degli ospiti ammessi», ha dichiarato Stefano Achermann, amministratore delegato di Be Shaping The Future.
«E’ una soluzione testata in oltre 16 paesi del mondo, in 9 diverse lingue ed adottata dall’azienda italiana a maggior capitalizzazione di Borsa in tutti i suoi teatri operativi. La nostra esperienza è a disposizione dell’intera industria dello Sport e dell’Entertainment per supportare la ripresa controllata delle attività», ha concluso.
Non resta dunque che attendere che l’emergenza offra spazio per una graduale riapertura degli stadi, che strumenti come quelli ideati da Infront e Be Shaping The Future (e testati alla Dacia Arena) potranno sicuramente favorire. A cominciare dalle aree hospitality, più facilmente gestibili a livello di accessi e una fetta importante dei ricavi da stadio delle società.