«Nel 2016 impartii la direttiva di presentare denunce ogni volta che ci fossero i presupposti. I comportamenti minacciosi ed estorsivi verso Alberto Pairetto, il nostro Slo, furono i più gravi. Lui arrivò al punto di non sopportazione. Ed ebbe il nostro pieno supporto».
Si è aperta così oggi in tribunale a Torino la testimonianza di Andrea Agnelli al processo “Last Banner” contro una decina di esponenti della tifoseria organizzata. Il 2016, come ha spiegato Agnelli, fu l’anno della morte di Raffaello Bucci, ex ultrà e all’epoca collaboratore della Juventus, e delle indagini sulle infiltrazioni in curva di persone legate alla ‘ndrangheta.
Pairetto presentò denuncia nel 2018 per le pressioni subite dai gruppi organizzati dopo la decisione della società di annullare alcune agevolazioni. «Era arrivato al punto di non sopportazione», ha sottolineato il presidente del club bianconero.
La scorsa settimana, lo stesso Pairetto (Supporter Liaison Officer della Juventus) è stato sentito come testimone nell’ambito del processo. «I gruppi ultrà vennero allo stadio in settimana, per fare le prove (della coreografia) e per il piegamento dei teloni. Con il passare del tempo si erano abituati a fare un po’ i padroni della curva. La sentivano come casa loro», aveva raccontato.