fasce gironi champions
Il trofeo della Champions League (Foto: Matteo Minnella Insidefoto)

“Horizon 2024”. È questo il nome del progetto di riforma della Champions League e delle competizioni continentali per club, su cui Uefa ed Eca stanno lavorando. Un progetto i cui dettagli sono in larga parte già emersi: al centro c’è il cosidetto sistema svizzero, con una prima fase da 36 squadre senza gironi in cui ogni club dovrebbe disputare 10 partite contro 10 avversarie diverse. La classifica diventerebbe unica, con le prime 8 che andrebbero agli ottavi e le squadre dalla nona alla 24/a posizione impegnate in un ulteriore playoff.

Il nuovo format porterebbe così ad un aumento delle partite europee, con 100 gare in più di Champions all’anno. Gare che vanno in qualche modo incastrate all’interno del calendario già oggi particolarmente compresso.

Come l’Uefa pensa di risolvere il problema? Introducendo quattro settimane in cui si giocherà la Champions spalmata su tre giorni: da martedì a giovedì, senza altre gare di competizioni continentale come avviene oggi. Le 18 partite per ogni turno verrebbero, in quattro occasioni, suddivise su tre giorni.

“Exclusive weeks”, settimane esclusive, così le chiama l’Uefa, spiegando tuttavia che servirà una cooperazione ravvicinata con le leghe nazionali per stilare al meglio il calendario.

Un esempio di calendario prevede l’inizio classico della Champions a metà settembre, inserendo tuttavia due delle quattro finestre aggiuntive per la prima fase verso fine gennaio (oggi la fase a gironi si conclude a inizio dicembre).

L’obiettivo è quello di “aumentare l’interesse e ridurre le partite inutili”, spiega l’Uefa, facendo crescere anche l’appeal a livello commerciale. “Puntiamo a rendere la competizione più interessante, con un format che possa risolvere i problemi della attuale fase a gironi – ha spiegato il segretario generale dell’Uefa Theodore Theodoridis, intervenuto oggi nel Club Advisory Platform dell’European Leagues -, mantenendo l’accesso aperto a tutti, senza cannibalismo interno ai vari campionati. Volevamo rendere le competizioni più emozionanti dando ascolto a tutte le parti interessate”.

Il format piace all’European Leagues, ma restano tre punti aperti:

  • il numero delle partite: le leghe ne vorrebbero 8 nella prima fase invece di 10, facendo calare il numero di partite aggiuntive da 100 a 64 e riducendo da 4 a 2 le nuove finestre;
  • i criteri di accesso per i 4 posti in più (da dedicare a 3 campionati nazionali e non attraverso il coefficiente Uefa)
  • la solidarietà da aumentare verso i club non qualificatisi alle coppe.

Il rischio, secondo l’European Leagues, è che venga dato troppo valore alla Champions rispetto ai campionati nazionali, che sarebbero ridotti ad un ruolo minore se dovesse passare la riforma integrale voluta dall’Uefa.

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Classe 1990, giornalista.