Conseguenze “catastrofiche” per i piccoli club e “nessuna prova” che possa aiutare a risolvere il problema del gioco d’azzardo. Questo è il parere di Rick Parry, presidente della English Football League, la seconda lega inglese, sulla possibilità di un divieto alle sponsorizzazioni da società di scommesse nel calcio inglese. A riportarlo è il Financial Times.
La proposta rientrerebbe nella revisione della legge sul gioco d’azzardo (il Gambling Act 2005), su cui il governo del Regno Unito discuterà nelle prossime settimane. Gli attivisti contro il gioco ritengono infatti che lo stretto legame e la familiarità tra il calcio e le società di scommesse abbia contribuito ad un’impennata nella ludopatia, oltre che a incentivare la pratica del gioco d’azzardo nei minori.
Rick Perry, che controlla le tre divisioni inglesi al di sotto della Premier League, è di altro avviso: “Non c’è alcuna prova che lasci intendere che vietare le sponsorizzazioni possa ridurre la diffusione del problema del gioco d’azzardo”, ha dichiarato.
La stessa EFL di Perry è sponsorizzata da Sky Bet, che sta raccogliendo prove per opporsi al potenziale divieto. Secondo il presidente, la EFL rappresenta un ottimo esempio del fatto che l’aumento delle sponsorizzazioni con società di scommesse non abbia comportato un incremento nei problemi di ludopatia.
Il discorso è ovviamente di natura economica. Le sponsorizzazioni sulle divise sono tra le principali entrate dei club, e nel caso specifico delle scommesse si tratta di 40 milioni di sterline per 72 club di EFL, cifra che “non posso assolutamente permettersi di perdere”. Nel caso specifico della Championship, i club sponsorizzati da società di scommesse sono dodici, la metà del totale.
Il problema è amplificato dagli effetti economici della pandemia, che avendo tagliato la fonte dei biglietti ha reso le entrate commerciali l’unica salvezza per le società calcistiche. “Vietare le sponsorizzazioni in piena pandemia sarebbe una catastrofe”, ha aggiunto Parry, “questo governo è colpevole di menefreghismo nei confronti del calcio”. La Premier League, in tutto questo, non ha ancora preso posizione a riguardo.