Il Consiglio di Gestione della Lazio ha approvato la Relazione Finanziaria Semestrale Consolidata al 31 dicembre 2020. Il giro di affari è stato pari a 106,66 milioni di euro, con un aumento del 52,15% rispetto al medesimo periodo della stagione precedente. A guidare tale aumento è stato l’effetto delle entrate derivanti dalle sponsorizzazioni e diritti televisivi e dagli introiti percepiti per la partecipazione alla Champions League.
Il valore di produzione totale è suddiviso tra:
- 96,36 milioni da ricavi da diritti TV e altre concessioni
- 8,67 milioni da sponsorizzazioni, pubblicità e royalties
- 0,96 milioni da merchandising
- 0,65 milioni da altri ricavi e provanti
I costi operativi sono cresciuti invece a 85,96 milioni, (+32,21%) per un totale di 21 milioni aggiuntivi rispetto a un anno fa, di cui 71,92 milioni derivanti dai costi per il personale. A essi si aggiungono gli ammortamenti dei diritti di prestazione, pari a 16,05 milioni, “conseguenza della campagna acquisti effettuata nella sessione estiva di calcio mercato”, che portano i costi totali a 103,30 milioni di euro.
Il capitale immobilizzato risulta pari a 176,43 milioni di euro, incrementato leggermente rispetto al 31 dicembre 2019. Positivo anche il patrimonio netto, che ammonta a 26,84 milioni. Negativa, invece, la posizione finanziaria netta, -22,75 milioni, pur migliorata rispetto ai -27,04 milioni del 30 giugno 2020 causa, si legge, “incremento disponibilità presso le banche”.
Infine, le perdite di esercizio ammontano a 115.000 euro, in netto miglioramento rispetto all’anno precedente (1.138.000 milioni).
Per quanto riguarda il prolungamento della stagione causa covid, la società biancoceleste specifica che “il posticipo ha comportato la rilevazione nell’esercizio in corso di una quota parte di ricavi e costi afferenti la stagione sportiva 2019/2020, quali principalmente proventi da diritti televisivi e da sponsorizzazione e costi per il personale tesserato”.
Sugli impatti diretti della pandemia, viene riportato come “le misure restrittive non permettono di disputare partite con presenza di pubblico e ciò ha causato un azzeramento dei ricavi da biglietteria. Inoltre, le misure di contenimento della pandemia sancite dal DPCM del 3 novembre 2020 (con successive conferme e modifiche) hanno comportato, a fasi alterne, la chiusura al pubblico dei punti vendita ufficiali causando impatti negativi sui ricavi da merchandising”.