Exor, la holding finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann (che controlla anche la Juventus), ci ha abituati negli ultimi tempi a incursioni di una certa rilevanza nel mondo della moda. Prima l’investimento con Hermès in Shang Xia, brand di lusso cinese, poi l’operazione con Christian Louboutin, di cui Exor è diventata azionista al 24% versando 541 milioni di euro.
Primi passi che potrebbero portare ora a un’altra operazione, di massima rilevanza: una joint venture con Armani. Il tema è stato affrontato dallo stesso Giorgio Armani, che – scrive MF-Fashion – negli ultimi giorni ha parlato di una possibile intesa tutta italiana.
«Si potrebbe pensare alla liaison con un’importante azienda italiana», sono state le parole di Armani, che ha spiegato come rimanere indipendenti non sia «così strettamente necessario». Parola del designer che aveva confermato anche di aver pianificato di passare la maggior parte del business alla sua famiglia, ai tre nipoti Roberta e Silvana Armani, Andrea Camerana e a Leo Dell’Orco, suo storico luogotenente.
In un’intervista passata Armani aveva già aperto le porte a questa possibilità: «Se nascerà mai una holding del lusso italiana? L’individualismo è nel nostro Dna, e, a mio avviso, va bene così. Ma comunque i tempi sono molto diversi rispetto a una volta e non si sa mai».
All’orizzonte del fashion system italiano qualcosa, dunque, sta accadendo e a questo punto inizia la riflessione su chi potrebbe essere un degno complice per un’eventuale joint venture sotto la bandiera tricolore. Gli addetti ai lavori hanno già decretato alcune scommesse, partendo dalle ultime operazioni.
Le dimensioni del gruppo di Giorgio Armani, del resto, non sarebbero certo un problema per la Exor. E molti – dopo Shang Xia e Loboutin – nella comunità finanziaria hanno iniziato a sognare un nuovo polo del lusso italiano guidato dagli Elkann.
Ma fonti vicine all’operazione contattate in quel momento da MFF si erano affrettate a smorzare gli entusiasmi, sostenendo che si trattasse solo di una buona opportunità di investimento. Certo è che Exor, che rappresenta uno dei principali poli a livello europeo con quote di maggioranza in realtà tra cui Ferrari, FCA, Cnh Industrial e Juventus, per risorse e profilo sembrerebbe un nome più che adatto. Lo stesso Armani parlava di un gruppo non necessariamente fashion company.
Senza dimenticare che Giorgio Armani ha appena firmato un accordo pluriennale con la casa automobilistica del cavallino per la sponsorizzazione e la fornitura del guardaroba formale e travelwear per il management, i piloti e il team tecnico. Sicuramente, se mai si dovesse avverare questa operazione, sancirebbe la nascita di una nuova dinastia del Made in Italy.