Quali sono le società quotate con più liquidità i cui titoli sono negoziati a Piazza Affari?
Il Sole 24 Ore ha provato ha rispondere a questa domanda utilizzando i bilanci al 31 dicembre 2020 delle dieci principali società industriali quotate sul listino di Borsa Italiana.
La rilevazione, pur effettuata su un campione ristretto, offre un dato interessante, considerato che il 2020 è stato l’anno in cui l’economia ha risentito delle chiusure imposte dall’emergenza Covid, e che nell’ultimo anno molte imprese, tra cui alcune di quelle analizzate, hanno fatto provvista di liquidità utilizzando anche prestiti con garanzia pubblica.
«II lockdown di inizio 2020 e la scarsa visibilità sui mercati nello stesso periodo hanno spinto le aziende italiane a incrementare il più possibile la capacità di generare cassa, aumentando nel contempo le disponibilità immediate», si legge nell’analisi del Sole 24 Ore.
«Il risultato», si legge ancora, «è stata un’esplosione di liquidità nei conti economici: un ”tesoretto” che ora attende di essere smobilizzato, anche se le imprese, passata la paura, non sembrano avere fretta di tornare alla normalità».
Società quotate con più liquidità: un tesoretto da 54,5 miliardi
Complessivamente le disponibilità di “cash & equivalents” nei conti delle dieci principali società industriali del listino italiano ammontano a circa 54,5 miliardi di euro.
A conti fatti si tratta di quasi 15 miliardi di liquidità in più rispetto al 2019, grazie all’abbondanza di credito sul mercato e alla nuove garanzie statali, con una variazione percentuale del 36%.
In molti casi l’aumento delle disponibilità liquide è stato addirittura superiore al 50%.
Società quotate con più liquidità: spiccano le società del gruppo Exor (Agnelli-Elkann)
Tra le società quotate a Piazza Affari che hanno visto la propria liquidità crescere maggiormente nel 2020 ci sono almeno tre aziende appartenenti alla galassia Exor (la holding della famigli Agnelli-Elkann cui fa capo anche il controllo della Juventus).
Stellantis, la società nata dalla fusione tra PSA e FCA e di cui Exor è il primo azionista, ha visto la propria liquidità crescere del 58,8%, passando da 15 a quasi 24 miliardi di cassa.
In crescita anche la cassa di altre due società del gruppo Exor: Ferrari (+51,7%, da 898 a 1.362 miliardi) e Cnh Industrial (+80,2%, da 4,9 a 8,8 miliardi).
Crescita superiore al 50% anche per Eni (+57%, da 6 a 9,4 miliardi) e Amplifon, che ha quasi triplicato le disponibilità, salendo in un anno da 138 a 545 milioni di cassa.
Le uniche eccezioni, tra le realtà analizzate dal Sole 24 Ore, sono Enel e Campari. Due realtà che, a fronte di una contrazione dei ricavi per uno scenario congiunturale in peggioramento, hanno mantenuto gli investimenti programmati perché utili all’innovazione e alla sostenibilità della produzione.
Una situazione resa evidente anche dall’indicatore legato al cash flow, sceso a causa della contrazione legata alla componente utili.
Una realtà come Stm, invece, nel 2020 è riuscita a crescere nei volumi ma ha comunque aumentato liquidità e autofinanziamento, conservando in cassa l’incremento di cash flow.
Società quotate con più liquidità: la cassa società per società
Nella seguente tabella sono indicate le prime 10 società quotate a Piazza Affari e la liquidità disponibile a fine 2020.
Stellantis | 23.846 |
Eni | 9.413 |
CNH Industrial | 8.785 |
Enel | 5.906 |
STM | 3.006 |
Ferrari | 1.362 |
Moncler | 923 |
Campari | 548 |
Amplifon | 545 |
Recordati | 188 |
Dati in milioni di euro – Fonte: Il Sole 24 Ore.
Di seguito la classifica in termini di crescita della liquidità tra il 2019 e il 2020:
- Amplifon – 545 milioni di euro (+294,9%)
- CNH Industrial – 8.785 milioni di euro (+80,2%)
- Stellantis – 23.846 milioni di euro (+58,8%)
- Eni – 9.413 milioni di euro (+57%)
- Ferrari – 1.362 milioni di euro (+51,7%)
- Moncler – 923 milioni di euro (+21,6%)
- STM – 3.006 milioni di euro (+15,8%)
- Recordati – 188 milioni di euro (0,0%)
- Campari – 548 milioni di euro (-22,2%)
- Enel – 5.906 milioni di euro (-34,6%)
(Cash & Equivalents al 31 dicembre 2020 – Fonte: Il Sole 24 Ore)
Società quotate con più liquidità: dal 2012 ad oggi cresciuti i depositi delle imprese italiane
Più in generale, secondo un’analisi di Banca Ifis su dati Banca d’Italia, dal 2012 a oggi, dopo la crisi dei debiti sovrani, le imprese italiane hanno aumentato costantemente lo stock dei depositi, con una decisa accelerazione (+20,4%) tra il 2019 e il 2020.
Questa massa di liquidità, che nasce da una grande incertezza sul futuro, potrà essere utilizzata come paracadute oppure per nuovi investimenti.
Come è avvenuto per le famiglie, anche quello delle imprese è un «risparmio precauzionale», secondo la recente definizione del capo del servizio stabilità finanziaria di Bankitalia, Alessio De Vincenzo.
«Hanno sospeso i piani di investimento – ha spiegato De Vincenzo al Sole 24 Ore – e hanno fatto scorta di liquidità grazie anche alle misure di garanzia ai prestiti. Si tratta, come ha spiegato nel corso di un’ audizione alla Commissione finanze alla Camera, di un segnale che da un lato mostra che le tensioni di liquidità sono state contenute e dall’ altro che c’è un potenziale pronto per essere utilizzato».
Banca Ifis conferma che, sulla base dei dati disponibili, i flussi di credito deteriorato non sono attesi in aumento nel breve termine.
In questo momento il contesto è «anestetizzato» dal regime delle moratorie, conferma l’Ufficio studi di Banca Ifis, secondo cui si inizieranno a valutare le prime ripercussioni sul sistema, legate alla capacità di rientro dalle esposizioni debitorie, dalla seconda metà dell’anno in poi.
Le stime sono di un aumento della rischiosità, con alcuni punti di domanda legati alla capacità di reazione e alle opportunità di rimbalzo offerte dai diversi settori. Rispetto al recente passato, però, le aziende hanno imparato ad autofinanziarsi, rileva il report di Banca Ifis, i cui numeri certificano un atteggiamento prudente delle imprese e questo è giudicato un dato positivo.