Nei giorni scorsi, era circolata l’idea da parte della Formula 1 di inserire un tetto salariale per i piloti della competizione. L’idea è quella di evitare che si crei un divario eccessivo tra le principali scuderie e quelle minori, anche alla luce degli effetti economici della pandemia.
Tuttavia, il ferrarista Charles Leclerc non è d’accordo. Ai microfoni di Sky Sport, il monegasco ha dichiarato: “Non sono d’accordo con il salary cap per i piloti, e lo dirò anche nei nostri incontri con i vertici di Formula 1”, senza però entrare nei dettagli della sua posizione.
Le indiscrezioni parlavano di un tetto massimo fissato in 30 milioni di dollari in totale per entrambi i piloti, escludendo bonus e diritti di immagine personali. Una soglia che evidenzia la natura rivoluzionaria della proposta, considerando che al momento Lewis Hamilton prende (da solo) intorno ai 40 milioni di euro (45 milioni di dollari).
All’origine della proposta vi sarebbe la situazione economica di molte scuderie. Già lo scorso anno si era deciso di “congelare” telai e motori, utilizzando gli stessi della stagione precedente per risparmiare sui costi e salvare le piccole squadre. Poi è arrivato il budget cap, che ha imposto ad ogni team di non spendere più di 175 milioni di dollari a stagione, abbassati a 145 milioni per il 2020/21.
Nell’intervista a Sky, Leclerc ha parlato anche della stagione, e delle sfide che la Scuderia Ferrari deve affrontare: “Abbiamo bisogno di lavorare tanto. Stiamo facendo progressi in generale, sulla Ferrari non c’è un solo aspetto da migliorare: intendo dire, non è che sistemando un solo fattore sappiamo che andremo più forte. È tutto il processo di crescita a essere importante, siamo progrediti più di altri team rispetto al 2020 ma dobbiamo ancora lavorare. Certo, è chiaro a tutti che la Ferrari non può lottare per un 5°-6° posto. E io darò il 200% per la Ferrari”.