Lo scontro torna ad accendersi in Lega Serie A. La lettera con cui sette club (Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Napoli ed Hellas Verona) hanno chiesto le dimissioni del presidente Paolo Dal Pino ha agitato nuovamente le acque, dopo gli scontri degli ultimi mesi tra i fondi e i diritti tv.
Una lettera di sfiducia che riporta indietro al marzo 2012, quando otto società chiesero la sfiducia dell’allora presidente Maurizio Beretta, promuovendo anche durante un’asssemblea la mozione (poi respinta). Resta ora da capire se la mossa delle sette società di cui sopra porterà i club a muoversi anche durante una prossima assemblea, chiedendo appunto anche durante una riunione ufficiale di votare la sfiducia a Dal Pino, visto che il manager non si dimetterà.
Per revocare gli organi della Lega Serie A, infatti, si passa dall’assemblea dei club, che ha appunto i poteri di “elezione e revoca dei componenti del Consiglio, ovvero Presidente, Amministratore Delegato, e i rimanenti Consiglieri”, tra gli altri, come si legge nello Statuto della Lega.
“I membri del Consiglio possono essere revocati dall’Assemblea in qualunque tempo, salvo il diritto degli stessi al risarcimento dei danni se la revoca avviene senza giusta causa”.
Quanti voti servono per arrivare alla sfiducia del presidente e quindi alla sua revoca? Dal Pino è stato rieletto lo scorso gennaio con la maggioranza qualificata di due terzi, prevista dallo Statuto. “L’Assemblea assume le proprie deliberazioni con il voto favorevole dei due terzi delle Società Associate aventi diritto a voto per tutte le deliberazioni”, si legge infatti.
Serviranno quindi 14 voti per arrivare alla revoca del presidente: in sostanza, ai club che hanno inviato la lettera di sfiducia dovrebbero aggiungersene altri sette per la revoca di Dal Pino, numeri che al momento non sembrano esserci.