Al congresso UEFA, il presidente Aleksander Ceferin ha criticato l’approccio eccessivamente aziendale dei club della nuova Superlega, accusandoli di essersi staccati troppo dai valori del calcio della gente e dai loro sogni.
«Per qualcuno, i tifosi sono diventati consumatori, i fan sono diventati clienti, le competizioni sono diventati prodotti. Non si guardano più le formazioni ma i follower. L’eliminazione dalla Champions per qualcuno è anche un rischio aziendale. L’egoismo deve essere rimpiazzato dalla solidarietà. I soldi sono diventati più importanti della gloria e della realtà, della passione. Il calcio non appartiene a nessuno, o meglio appartiene a tutti», ha sottolineato.
Ceferin ha poi continuato: «Siamo custodi di un’idea: competizioni dove tutti possano sognare, rispetto per storia, tradizione, persone. Questo per noi significa molto. C’è un motivo se il calcio europeo è in posizione dominante: segue un modello fondato sulla diversità, che rende unica la società, e lo stesso vale per il calcio».
Infine, il presidente UEFA ha parlato delle belle storie del calcio, quelle che fanno sognare i tifosi: «Il calcio ha bisogno di Atalanta, Celtic, Dinamo Zagabria. La gente ha bisogno di poter sognare. I grandi club non è detto che lo siano anche in futuro o che lo siano stati in passato, lo sport è imprevedibile. Il calcio cambia ma questi club pensano solo ai propri conti. Dovrebbero ricordarsi da dove vengono. Senza l’UEFA chissà dove sarebbero».