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Palloni della Champions League (copyright: Poolfoto Jens Niering Photoproductions/via Onefootball)

Dopo l’uragano delle ultime 48 ore, con l’esperienza della Superlega momentaneamente interrotta, la UEFA e il calcio europeo devono ragionare su come procedere. Uno dei temi è certamente quello della nuova Champions League, annunciata il giorno dopo il comunicato della fondazione della Superlega.

Come riporta l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, le tempistiche per il suo calcio d’inizio potrebbero essere ridotte, alla luce dell’evoluzione degli ultimi giorni, con la UEFA intenzionata a riaccogliere i 12 “club fondatori” e a trovare una soluzione al problema.

Il motivo, spiega la Gazzetta, è che tre anni con la vecchia formula sono difficili da sostenere, perché da troppo tempo si parla di novità. Il problema è che il calendario non aiuta le rivoluzioni imminenti, vedasi il Mondiale invernale del 2022, e vanno considerati i contratti con le emittenti per i diritti televisivi e altri aspetti legali.

Nel frattempo, notizia dell’altro giorno, il fondo americano Centricus – società che gestisce asset per 30 miliardi di dollari – starebbe trattando con la UEFA per elargire alla Federazione europea un finanziamento da 6 miliardi di euro per il nuovo format (sulla carta, a partire dal 2024).

Risulta quindi sul tavolo l’ipotesi di un’accelerazione, che sarebbe necessaria visto l’evolversi della situazione. In ogni caso, quella che sembrava una risposta alla Superlega potrebbe diventare un punto di parte per riunire e rafforzare il calcio europeo, evitando che secessioni simili si ripetano in futuro.

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