Con lo stop forzato della Superlega, il calcio inglese (e in generale della Gran Bretagna intera) potrebbe andare incontro a una sua personale rivoluzione. Come riporta il Sun, il progetto di espansione della Premier League, includendo le due scozzesi Celtic e Rangers, potrebbe finalmente diventare realtà.
Sulla questione si discute ormai da diverso tempo, ma i recenti sviluppi potrebbero accelerare definitivamente il processo, anche alla luce delle esigenze di riforma espresse dalle Big Six inglesi. Il piano sarebbe supportato dalla FIFA, dalla UEFA e dal governo del Regno Unito.
Celtic e Rangers, le due compagini di Glasgow che si sono alternate ininterrottamente in vetta alla Scottish Premiership dal 1986, entrerebbero quindi nel circuito della Premier League. La stessa cosa già succede con lo Swansea City e il Cardiff City, entrambe squadre gallesi che disputano i campionati inglesi, tra massima serie e leghe inferiori, al di fuori del campionato gallese.
Il resto dei club scozzesi, riporta il Sun, accoglierebbe in ogni caso di buon grado l’addio di Celtic e Rangers, che renderebbe il campionato scozzese molto più competitivo e garantirebbe la possibilità di qualificazione alle nuove coppe europee a un numero maggiore di club.
L’inserimento delle due squadre di Glasgow rientra in un progetto più ampio di riforma della Premier League, il cosiddetto Project Big Picture sostenuto da Liverpool e Manchester United. Tra gli altri capisaldi del progetto vi è la riduzione della Premier League a 18 squadre, oltre che a soluzioni più rivoluzionarie per il finale di stagione, come i playoff tra le prime quattro squadre per decretare il vincitore; proposte alquanto impopolari, a differenza dell’ingresso di Celtic e Rangers.
Il progetto potrebbe garantire vantaggi sia per la Premier League che per il governo di Londra. Da un lato, la Premier si garantirebbe l’audience e il pubblico di Celtic e Rangers, due dei club più tifati del Regno Unito; dall’altro, Boris Johnson potrebbe utilizzarlo per frenare l’indipendentismo scozzese, che rischia di trovare nuova linfa vitale in seguito alla Brexit.
In ogni caso, la FIFA non si opporrà al piano, anche perché il presidente Gianni Infantino si è detto favorevole a campionati transfrontalieri, avvallando per esempio l’idea dell’unione della Liga MX (Messico) e della MLS (Stati Uniti d’America).