Serie A YouTube in chiaro
(Andrea Staccioli / Insidefoto)

Va in scena nella giornata di oggi un’assemblea di Lega Serie A che si preannuncia infuocata. Il tema all’ordine del giorno è quello dei diritti televisivi, in particolare il nuovo bando relativo all’ormai celebre “pacchetto 2”, che prevede la trasmissione di tre gare di Serie A a giornata in co-esclusiva con Dazn per il ciclo 2021-2024.

Secondo indiscrezioni l’obiettivo sarebbe quello di “sdoppiare” il pacchetto, consentendo anche l’ingresso delle piattaforme OTT (Mediaset e Amazon sullo sfondo), che permettano ai club di ricevere offerte superiori all’ultima – rifiutata – da parte di Sky, pari a 87,5 milioni di euro di media a stagione.

Tuttavia, la discussione tra club si sposterà inevitabilmente anche sul tema Superlega e sugli altri conflitti interni alla Serie A. Le società si ritroveranno per la prima volta dopo il naufragio (momentaneo) del nuovo torneo e la battaglia potrebbe accendersi soprattutto sul doppio ruolo di Andrea Agnelli.

Il presidente della Juventus, insieme al presidente del Real Madrid Florentino Perez, è uno dei promotori della Superlega. In Serie A, invece, ha fatto parte della commissione negoziale (insieme a De Laurentiis, Fienga, Fenucci e Campoccia) impegnata a trattare con i fondi interessati al 10% della nuova media company in cambio del versamento di 1,7 miliardi di euro.

Tuttavia, secondo La Gazzetta dello Sport, le due posizioni sarebbero in netto contrasto tra loro: una clausola dell’accordo preliminare con i private equity prevedeva che le società si impegnassero per dieci anni a non appoggiare nuove manifestazioni.

Il dietrofront di Agnelli ormai è noto e le ragioni della retromarcia evidenti: è per questo motivo che molti presidenti valutano l’ipotesi di una causa per danni al collega juventino, considerato dalla maggioranza il primo colpevole del fallimento dell’operazione.

Per quanto riguarda gli altri due club coinvolti nel lancio della Superlega, Marotta – ad dell’Inter – farà un passo indietro dalla carica di consigliere federale se l’assemblea vorrà sfiduciarlo. Lo stesso vale per Scaroni, presidente del Milan: rifletterà sul proprio ruolo (consigliere di Lega) di fronte alla posizione degli altri club.

Infine, tornando sul tema diritti tv, una nuova fiamma si è accesa sulla vecchia partita: l’assegnazione di 10 gare, di cui sette in esclusiva, a Dazn (in partnership con Tim) per le prossime tre stagioni. A tal proposito Sky ha deciso di presentare ricorso contestando la presunta violazione della Legge Melandri, che vieta a un singolo operatore di acquistare tutti i diritti.

Questione che non preoccupa la Lega: filtra serenità per aver sempre agito nel rispetto delle norme, tanto che è ancora in corso il procedimento per l’assegnazione di un pacchetto che non coinvolgerà Dazn, ma un altro licenziatario.

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