L’ingegnere bavarese Bernd Pischetsrieder è stato nominato qualche settimana fa nuovo presidente di Daimler. Una nomina che lo rende il primo manager degli ultimi decenni ad avere rivestito ruoli di vertice nei tre giganti tedeschi dell’automobile.
Pischetsrieder, infatti, come fosse un allenatore che ha guidato Milan, Juventus e Inter in Serie A, è un manager di lungo corso del mondo delle quattro ruote e dopo essere stato ad di Bmw tra il 1993 e il 1999, ha guidato il gruppo Volkswagen in qualità di presidente del consiglio di gestione tra 2002 e 2006.
E, ora – come riporta Milano Finanza in edicola – dopo essere stato il numero uno del gigante bavarese delle riassicurazioni MunichRe, è tornato nell’auto al volante di Daimler. Questa triplice corona dell’automotive tedesco lo rende una figura unica del panorama industriale europeo e adesso insieme a Ola Kaellenius, ceo della casa di Stoccarda, dovrà traghettare Daimler verso il mondo dell’elettrificazione.
Il tutto, spiega Milano Finanza, partendo da una situazione finanziaria che non più tardi di venerdì 23 aprile ha messo in luce risultati trimestrali a 4,3 miliardi di utile grazie al traino del mercato cinese e la conseguente scelta di rivedere al rialzo l’outlook per gli utili dell’intero 2021.
Nel dettaglio Daimler ha alzato le stime annuali per le divisioni Mercedes-Benz Cars & Vans, ora tra il 10% e il 12%, rispetto alla precedente stima tra l’8% e il 10%, mentre si stima un rendimento rettificato tra il 14% e il 15% per l’unità Mobility, a fronte della precedente previsione tra il 12% e il 13%.
Ma chi è Pischetsrieder? Nato nel 1948 a Monaco di Baviera, il manager non proviene da una famiglia qualunque. Il cugino era Alec Issigonis, l’ingegnere inglese, nominato Sir dalla regina Elisabetta II per aver ideato la Mini Morris (e proprio la Mini sarà fondamentale anche nella carriera del manager tedesco).
Dopo essersi laureato in energia meccanica all’Università di Monaco, Pischetsrieder ha iniziato a lavorare per Bmw nel 1973 scalando le gerarchie sino a essere nominato ceo della casa bavarese nel 1993 (dove rimase sino al 1999). Una volta ai vertici, non ci mise molto a varare una politica di acquisizioni, sempre rivolta verso l’Inghilterra.
Nel 1994 acquistò la Rover da Britsih Aerospace, un’operazione che non mancò di suscitare scetticismo. Il capolavoro però, sempre negli anni ‘90, è legato al brand Rolls Royce (ancora ora nel portafoglio Bmw). Attraverso la comune presenza nel campo dei motori aerei Bmw sapeva che i brand della storica società inglese erano in capo alla divisione aerea di Rolls Royce e non alla Vickers che ne possedeva il business automobilistico.
Pischetsrieder fu molto veloce nel pagare 40 milioni di sterline per acquistare i diritti sui marchi e poterne utilizzare brand e logo qualora la società fosse stata venduta. In questo modo quando Volkswagen, allora guidata da Ferdinand Piech, avanzò a Vickers l’offerta da 430 milioni di sterline per l’intera azienda, non potè appropriarsi del nome Rolls Royce perché era stato già venduto a Bmw.
Nonostante lo scherzo giocato a Volkswagen, fu proprio a Wolfbsurg dove Pischetsrieder approdò terminata l’avventura in Bmw. Non prima però di aver distrutto una McLaren da Formula 1 (all’epoca motorizzata Bmw) durante un test pre-lancio.
Nel 2000 fu nominato ad di Seat e nel 2002 fu nominato ceo dell’intera Volkswagen. Durante quegli anni le azioni di Wolfsburg ebbero una impennata di circa l’80% e nel 2005 Volkswagen tornò a essere il maggior produttore automobilistico europeo superando Renault in termini di vendite.