L’invasione di campo dei tifosi del Manchester United ha riportato alla mente vecchie scene già viste a Old Trafford. I rapporti tra la tifoseria e la famiglia Glazer, che dal 2005 possiede il club, non sono mai stati sereni, fin dallo sbarco in Inghilterra. Tanto da scatenare una reazione violenta e la nascita di una nuova squadra a Manchester, voluta da tifosi dissidenti rispetto alla gestione statunitense. Uno scontro che si è riacceso negli ultimi giorni, scatenato dalla scelta dello United di sposare il progetto Superlega.
Tensioni che partono nel maggio del 2005, quando la famiglia Glazer acquisì il controllo del club (allora quotato in Borsa a Londra) con un’opa ostile, in una operazione in leveraged buyout da 1,47 miliardi di dollari, di fatto scaricando i debiti contratti per acquisire il club sui conti della società comprata.
Le sciarpe gialloverdi (colori originali del Manchester United) iniziarono a comparire in numero sempre maggiore a Old Trafford, mentre qualcuno tra i tifosi decisero di chiuderla con il club, facendo nascere il Football Club United of Manchester (che oggi milita in settima divisione) con un azionariato popolare.
Chi rimase, continuò a protestare, con tanto di fantocci con l’effige di Malcom Glazer, capostipite della famiglia, bruciate fuori dallo stadio. Prima i successi della squadra guidata da Sir Alex Ferguson, poi una situazione a cui molti si sono rassegnati, hanno poi raffreddato lo scontro, sempre sopito però e pronto ad esplodere.
L’impatto dell’operazione di leveraged buyout (che ha portato lo United ad avere debiti per la prima volta dal 1931) non ha certo aiutato, visto anche che nei primi anni sono arrivate cessioni pesanti (da Cristiano Ronaldo a Ruud Van Nistelrooy). Per ridurre il debito, i Glazer hanno deciso di riportare il club in Borsa, ma a Wall Street: la società incassa 190 milioni di euro circa, di cui metà nelle tasche dei Glazer e metà per ripianare parte dell’enorme debito della società, che intanto continua a crescere.
Lo United infatti nel frattempo è diventato, a livello economico, una delle principali potenze calcistiche d’Europa. Nel 2005, anno di insediamento di Malcolm alla guida del club, i ricavi totali erano di 246,4 milioni di euro: nel 2018/19 (ultimo anno pre-Covid) i Red Devils erano terzi per fatturato con 711,5 milioni di euro, dietro solo a Barcellona e Real Madrid. Situazione da cui i Glazer hanno comunque approfittato: nel 2015 era emersa la notizia tutti e sei i figli di Malcolm avevano preso in prestito dal club 15,5 milioni per “scopi personali”, mentre lo United dal 2005/06 ha versato quasi 150 milioni in dividendi ai suoi azionisti, in larga parte finiti nelle casse della famiglia.
Senza considerare, come sottolineato dall’account twitter Swiss Ramble, l’impatto e le conseguenze dell’ingresso dei Glazer con l’operazione in leveraged buyout: dal 2005 lo United ha avuto costi legati ai finanziamenti per oltre un miliardo di euro tra interessi e debiti ripagati. Tanto che l’indebitamento, pari a 0 per il club prima dell’arrivo della proprietà statunitense, dopo aver sfiorato il miliardo di euro nel 2010, negli ultimi anni è rimasto stabile intorno ai 600 milioni, con una posizione finanziaria netta che la pandemia legata al Covid è tornata a complicare (in risalita dai 240 milioni del 2019 ai 550 del 2020).
Lo scontro tra i tifosi e i Glazer è rimasto di fatto sottotraccia, spuntando di tanto in tanto tra risultati non all’altezza in campo e le notizie per quanto riguarda gli aspetti economici. Almeno fino alle scorse settimane, quando lo United ha spiegato di aver sposato il progetto Superlega: la reazione della tifoseria è stata univoca e veemente, con l’ultimo (per ora) atto di invadere il campo prima della sfida col Liverpool.
Reazione che ha portato i Glazer ad un’apertura importante nei confronti dei tifosi, considerando anche che per anni la proprietà di fatto non è mai intervenuta pubblicamente su nessun tema relativo al Manchester United (mentre in NFL lo scorso febbraio hanno festeggiato con i Tampa Bay Bucaneers la vittoria del Super Bowl). “Considereremo le vostre indicazioni”, ha spiegato Joel Glazer in una lettera. “Servono fatti, non parole”, la risposta piccata della tifoseria organizzata dei Red Devils. In uno scontro che dura ormai da quasi vent’anni.