Il vertice tra i rappresentanti dei 20 club andato in scena nella giornata di ieri – e che doveva portare alla resa dei conti dopo il caos Superlega – si è trasformato in un’occasione per la Serie A di pensare a un progetto condiviso per portare avanti le riforme necessarie, sulla base di una parola chiave: sostenibilità.
Le società hanno pensato a una scaletta, a cui lavoreranno nei prossimi giorni, e che porterà a un documento con le necessarie riforme che potrà essere sottoscritto già tra un paio di settimane. I temi che confluiranno nello studio sono tanti e diversi tra loro.
E proprio la parola riforme – spiega La Repubblica – può essere letta in un solo modo: la riduzione della Serie A da 20 a 18 società. Ma non solo. Tra gli aspetti fondamentali anche un tetto salariale, il peso della Serie A nel sistema, nuovi modelli di contratto per i giocatori, i fondi e una nuova struttura della Lega.
A tutti i club, senza eccezioni, la situazione attuale impedirebbe investimenti, vitali per le piccole che sopravvivono cedendo i loro giocatori, fondamentali per le grandi per non perdere competitività: il problema è istituzionalizzarlo, per questo serve un aiuto di FIGC e UEF. Un discorso che si mescola alla richiesta di una riforma della Serie A, che passerebbe dalle 20 squadre attuali a 18, con 2 sole retrocessioni.
Un modo per raffreddare il sistema, ma soprattutto per ridurre costi e aumentare i ricavi, visto che i diritti tv andrebbero divisi per meno squadre: tra tutto, si risparmierebbero tra gli 80 e i 100 milioni. Ma questo passo avrebbe ripercussioni su tutto il movimento. E quindi ha un prezzo.
La Serie A dovrebbe aumentare la mutualità per le categorie inferiori, necessaria per far digerire a tutti il progetto di Gravina: una Serie C a 36 club e una Serie B da dividere in due. Tutto questo dovrà finire in una proposta scritta: un documento da inviare entro il 30 giugno.