Ludovica Mantovani calcio femminile
Ludovica Mantovani (Foto: Francesco Pecoraro/Getty Images)

Alla vigilia del Consiglio federale che andrà in scena nella giornata di domani, mercoledì 9 giugno, Calcio e Finanza ha intervistato Ludovica Mantovani, presidente della Divisione Calcio Femminile FIGC, nonché figlia di Paolo Mantovani, indimenticato patron della Sampdoria tra gli anni ’80 e ‘90.

Quello di domani sarà un Consiglio federale importantissimo anche per il movimento calcistico femminile, poichè all’ordine del giorno – tra le altre cose – ci saranno anche le modifiche dei format Campionati Femminili, un passo decisivo sulla strada verso il professionismo.

1) A che livello siamo sul riconoscimento del calcio femminile in Italia?

«Negli ultimi anni la visibilità sta aumentando costantemente. I Mondiali sono stati seguiti da un miliardo di persone e con la qualificazione dell’Italia agli Europei questa attenzione sta aumentando sempre di più. A livello nazionale tutte le partite della Serie A sono prodotte e anche gli ultimi top match della Serie B sono stati trasmessi in streaming, così le calciatrici stanno diventando un vero e proprio modello per le bambine che si approcciano a questo sport. E’ fondamentale abbattere le barriere culturali nel nostro Paese. Ho parlato di visibilità e non di riconoscimento del movimento perché il poter seguire settimanalmente il campionato d’élite ci permette di coinvolgere sempre più pubblico…il riconoscimento sociale, quello che ci porta ad aprirci alle bambine su tutto il territorio italiano, è la mission della Federazione».

E a proposito di bambine e della crescita del numero di praticanti del calcio femminile: «Con la pandemia il Settore Giovanile Scolastico è stato il più toccato, però abbiamo lavorato dietro le quinte e abbiamo stilato la nuova strategia del calcio femminile , con l’obiettivo di veder aumentare del 50% le bambine che si affacciano a questo sport nei prossimi quattro anni».

2) Come valuta la prospettiva dell’introduzione del professionismo a partire dal 2022/23? Cosa potrebbe cambiare?

«Si tratta di un passo epocale, nel momento in cui è arrivata la delibera del Consiglio federale abbiamo avuto una data per lo sport professionistico femminile. Tanti cambiamenti stanno avendo luogo e tanti ce ne saranno, a cominciare da licenze nazionali molto più stringenti. Sarà necessario introdurre nuove figure professionali e lavorare sempre di più sulle strutture. Con il prossimo Consiglio federale ci saranno anche nuove proposte di format, c’è molta attenzione».

Con il passaggio al professionismo, un tema fondamentale è quello della sostenibilità: «Stiamo lavorando sul prodotto, lo stiamo rendendo più avvincente e si può crescere sempre di più. Il feedback è positivo e i club stanno apprezzando gli investimenti effettuati sugli eventi organizzati dalla Divisione come la Supercoppa, la Final Four di Primavera, Coppa Italia».

«Si tratta della base da cui partire per riuscire ad arrivare a competere con i migliori club in Europa: «Per quanto riguarda il percorso la differenza risiede nel fatto che c’è chi ha iniziato prima di noi, quindi in Europa alcune società sono più strutturate. Anche noi stiamo crescendo e l’arrivo di calciatrici straniere nelle squadre sta aiutando a portare quell’esperienza che mancava».

Roma Coppa Italia femminile
La Roma celebra la conquista della Coppa Italia femminile (Foto: LiveMedia/Francesco Scaccianoce/LiveMedia, via Onefootball)

3) La sua rielezione a Presidente della Divisione Calcio Femminile FIGC è avvenuta quest’anno, un riconoscimento importante da quando ha avuto l’idea di realizzare Football Avenue, in direzione del tema sportbusiness di cui anche noi ci occupiamo

«FootballAvenue nacque con la necessità di trovare un punto di incontro tra domanda e offerta, un B2B molto professionale.  L’edizione 2018 di FootballAvenue ha visto la possibilità di pianificare incontri oltre che con i Club Professionistici Maschili anche con i Club di Calcio Femminile. Intravedevamo una crescita del movimento e anche uno degli Awards è stato un giusto riconoscimento».

Rispetto alla presidenza della Divisione Calcio Femminile si tratta di «due realtà diverse, ma grazie a quell’evento ho avuto modo dal 2013 di riprendere contatto con il mondo del calcio che avevo lasciato nel 2002. Mi auguro che il nostro Paese possa ospitare sempre più appuntamenti di questo genere».

«La prima nomina a Presidente della Divisione non era in programma, la richiesta del mio CV è stata una sorpresa nel mio percorso professionale, ed è nata una nuova sfida…la riconferma è invece il riconoscimento del lavoro svolto per il quale devo ringraziare il Presidente Gravina, il Consiglio federale, il Direttivo e tutto il mio staff», ha aggiunto.

4) A proposito di grandi iniziative, c’è molto della Sampdoria di suo padre nell’Italia ad EURO 2020. Come vede la Nazionale? Un ricordo particolare degli anni di quella Samp?

«Diciamo che arrivando in Federazione mi sono trovata un po’ a casa», ha raccontato Ludovica Mantovani. Del resto, nello staff della Nazionale si ritrovano tantissimi volti noti della Sampdoria, non soltanto quelli di Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Al fianco del Ct ci sono anche Attilio Lombardo, Alberico Evani e Fausto Salsano.

«Il percorso che ha fatto la Sampdoria negli anni di mio padre è una cosa, ma la crescita degli uomini è dipesa anche dal loro percorso personale. Si meritano il loro successo e ritrovarli insieme in questo ruolo ci rende molto orgogliosi come famiglia. Un pronostico? I pronostici non si fanno mai (ride ndr), ma sicuramente sarò in tribuna a tifare per tutti loro, sia per chi sta in panchina, sia per chi è in campo».

5) Dopo due edizioni particolari il torneo Ravano tornerà nella forma che conosciamo?

«Nei momenti di difficoltà abbiamo dovuto saper cogliere le opportunità. Il Ravano si è aperto al calcio femminile dal 1987, una storia che custodiamo con molta responsabilità», ha spiegato Mantovani parlando dello storico torneo nato nel 1985 su intuizione di Paolo Mantovani e dedicato ad Alberto Ravano, manager che restò alla guida della Sampdoria per otto stagioni, dal 1953 al 1961».

«Un torneo al quale oggi tutte le scuole della Liguria nel mese di maggio posso partecipare con più squadre composte da bambini e bambine di 3a, 4a e 5a elementare del loro Istituto Comprensivo in ben tredici discipline sportive, sotto l’occhio esperto delle dodici Federazioni Sportive coinvolte».

«L’edizione 2020 è stata all’insegna del virtuale a causa della pandemia, mentre nel 2021 abbiamo realizzato SportArt, che è stato l’evento che mi ha dato più soddisfazione di tutti. Riuscire a legare Arte e Sport è stato emozionante, il regalo più bello ritrovare i bambini. La Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, ha fatto la differenza. Educare alla bellezza significa coinvolgerli a migliorare il loro spirito critico, e suscitare in essi la voglia di tutelare e imitare ciò che gli affascina, un segnale positivo per la comunità. La 38esima edizione però dovrà riportare al centro il gioco di squadra, il motivo per cui il Ravano è nato, non vediamo l’ora».

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