Il presidente di Ferrari e di Exor John Elkann lo aveva già spiegato nell’annuale lettera agli azionisti della holding: «Il Consiglio di Amministrazione di Ferrari sta facendo buoni passi avanti nella selezione dell’amministratore delegato che guiderà la scuderia verso una nuova era e verso traguardi ancora più grandi».
Elkann – ricostruisce un articolo di MF-Milano Finanza – entrò poi nei dettagli in occasione dell’assemblea degli azionisti di Maranello, sottolineando come Exor stesse stringendo il cerchio verso la nomina del nuovo ad: «Stiamo facendo buoni progressi nella creazione di una short list di candidati molto forti che hanno tutte le qualità, in particolare le capacità tecnologiche, per guidare la società».
Così il numero uno della dinastia Agnelli apriva le porte – sgombrando il campo da ipotesi di manager della moda o figure con legami di parentela – alla nomina di Benedetto Vigna quale nuovo amministratore delegato di Ferrari. Un manager esperto di alta tecnologia (come da requisito richiesto) che ha trascorso quasi tutta la carriera in STMicroelectronics dove ha fatto strada grazie a svariate innovazioni hi tech che gli sono valse numerosi premi settoriali.
Nato in Basilicata nel 1969, Vigna è entrato in Stm nel 1995 dopo la laurea in fisica all’Università di Pisa ed è attualmente responsabile della divisione Analogici, Mems (Micro-electromechanical Systems) e Sensori, il più grande e remunerativo business operativo di Stm nel 2020.
In questi anni – spiega il quotidiano – si è distinto per essere stato l’inventore di un sensore di movimento tridimensionale che è stato inizialmente applicato agli airbag delle automobili. Uno strumento (ridotto nelle dimensioni e nei costi) utilizzato anche nei comandi senza filo della consolle Nintendo Wii e nell’iPhone4.
Per queste invenzioni il manager è stato inserito nella rosa dei dodici candidati al premio “Inventore europeo 2010” promosso dall’Organizzazione europea dei Brevetti. Inoltre, Vigna, che nella carriera ha registrato più di 200 brevetti, ha vinto anche svariati premi settoriali.
Ora gli tocca la sfida più difficile e affascinante: guidare la Ferrari nella transizione verso l’elettrico e la nuova mobilità, e allo stesso tempo dimostrarsi capace di mantenere lo status di Maranello sia come costruttore al vertice del top di gamma del mondo delle quattro ruote sia come perfezione tecnica dei propulsori sia come emblema di eleganza e sportività. Ma soprattutto quale generatore di redditività per gli azionisti.
Per il momento, la scelta di Elkann è stata apprezzata dagli analisti, mentre la Borsa, dove il titolo ha perso nella giornata di ieri il 2,65% (a 174,80 euro per azione) ne è parsa meno persuasa.