Pochi dubbi sulle sue capacità manageriali – per anni è stato il numero uno della ex Fca in Europa – e ancora meno sulla forza del suo carattere, dato che nel suo ufficio alla Fiat ha sempre fatto bella mostra di sé una maglia numero 4 dell’Inter autografata da Javier Zanetti.
E’ questo il profilo di Alfredo Altavilla, manager 56enne di origine tarantina con un lunghissimo passato nella casa automobilistica degli Agnelli, che si prepara ad affrontare forse la sfida più difficile del panorama industriale italiano: rilanciare Alitalia.
In settimana, spiega il settimanale, è stato indicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze «nuovo presidente esecutivo di Italia Trasporto Aereo (Ita)», ovvero la società costituita per rilevare le attività di Alitalia. Il Mef ha spiegato che «Altavilla, in virtù della rilevante esperienza manageriale garantirà un prezioso apporto esecutivo allo sviluppo della società, con particolare riferimento alla strategia, alla finanza ed alle risorse umane».
Il mandato però appare tutt’altro che semplice, e non solo per le croniche criticità della partita Alitalia. D’altro lato, però, Altavilla ha la necessità di rimettersi in gioco ai piani alti del panorama economico nazionale, visto che da quando ha abbandonato il Lingotto, nell’estate 2018, ha sempre operato in ruoli più defilati.
Il manager tarantino, infatti, se ne è andato da Torino nell’estate di tre anni fa in maniera molto turbolenta, dopo essere stato in corsa con Mike Manley – uscito vincitore dalla “gara” – per guidare Fca a seguito della scomparsa di Sergio Marchionne.
Da allora il manager tarantino è salito poco agli onori della cronaca. Nel novembre 2018 gli venne preferito Gubitosi per l’incarico di amministratore delegato di Tim e poi ha operato soprattutto come presidente di Recordati e da senior advisor del fondo inglese di private equity Cvc Capital Partners.
Un nome ben noto nel mondo del calcio, dato che Cvc ha fatto parte della cordata – insieme a Fsi e Advent – che puntava a investire 1,7 miliardi di euro per il 10% della media company della Serie A, entrando così a far parte di struttura e governance.
Questa operazione era stata condotta in prima persona da Giampiero Mazza, che guida le attività di Cvc in Italia, ma secondo quanto risulta a Calcio e Finanza, nelle ultime settimane lo stesso Altavilla avrebbe visionato il dossier per capire se fosse possibile riaprire la trattativa che si era arenata dopo l’assegnazione dei diritti televisivi del massimo campionato italiano a Dazn per il ciclo 2021-2024.
Chi è Alfredo Altavilla – La carriera del manager
Traguardi certo non da poco per una persona partita da molto lontano. Il padre, infatti, era il concessionario per la zona di Taranto della Lancia (che in quegli anni passava dal controllo dei Pesenti a quello della Fiat). E dopo il diploma in ragioneria, Altavilla si trasferì a Milano per studiare economia all’Università Cattolica laureandosi con una tesi sull’auto di maggior successo della Fiat di quegli anni: Il modello del ciclo di vita applicato al settore automobilistico: il caso Uno.
Poco dopo arrivò la telefonata da Torino e di lì è iniziò una carriera sotto l’egida della casa automobilistica degli Agnelli. Nel 1995 diventò responsabile dell’ufficio Fiat Auto di Pechino e nel 1999 responsabile di tutte le attività in Asia. Dal 2001 si è occupato di Business Development, assumendo nel 2002, negli anni forse più bui della storia recente del Lingotto, il coordinamento delle attività riguardanti l’alleanza con General Motors. Nel 2004, con l’arrivo di Marchionne ha assunto l’incarico di gestione di tutte le alleanze e nel 2005 è diventato ceo di Tofas, la joint-venture paritetica tra Fiat Auto e Koç Holding quotata in Turchia.
La vera svolta però è arrivata nel 2009 quando, dopo che venne siglata l’intesa con Chrysler, Altavilla entrò nel cda della casa statunitense mentre nel 2011 entrò a far parte del Group executive council (Gec), il massimo organismo dirigenziale del Lingotto, diventando nel 2012 capo dell’area Medio Oriente, Europa e Africa del Lingotto.