Spostamento della fase finale di Euro 2020 da Wembley all’Olimpico, oppure a Budapest? Gabriele Gravina smentisce categoricamente queste ipotesi. Il presidente della FIGC ha dichiarato che non ci sono le condizioni, “per poter pensare, sotto il profilo organizzativo, ad una final four a Roma o a Budapest”, togliendo quindi molti dubbi circa la possibilità di un eventuale stravolgimento da parte della UEFA.
Intervenuto alla conferenza stampa di chiusura di Casa Azzurri (l’Italia non tornerà più a Roma nel prosieguo dell’Europeo), Gravina ha affrontato anche il tema delle aperture in Ungheria, e soprattutto della posizione UEFA a riguardo:
“Il fatto che a Budapest ci sia un ‘liberi tutti’ con 60mila spettatori e senza mascherine è un tema che sta attirando molta attenzione ma anche molta preoccupazione. Ci sono una serie di verifiche in atto per capire che tipo di effetti possa generare nell’arco dei 15 giorni. La Uefa non strizza l’occhio a Budapest ma ad altre realtà. Io sottolineo il grande senso di responsabilità che il nostro Paese ha posto per la tutela della salute dei tifosi”.
“Noi speriamo in una leggera implementazione dei tifosi qui all’Olimpico per il quarto di finale (l’Italia, nel caso, li disputerà a Monaco di Baviera, NDR), lo faremo con senso di responsabilità e continuando a testare per arrivare al 22 agosto con la partenza dei campionato con una percentuale di tifosi che consenta alle nostre società di programmare al meglio l’ingresso della propria tifoseria”, ha concluso Gravina sul tema.
Per quanto riguarda la trasferta inglese della Nazionale, ha dichiarato: “Stiamo facendo di tutto per far capire che la spedizione azzurra con il suo seguito possa ottenere una deroga alla norma della quarantena di cinque giorni. Altrimenti rischiamo di ridurre tantissimo il processo di comunicazione ma anche l’aspetto organizzativo”.