“Il Recovery plan è una sfida che ci troviamo ad affrontare grazie a una ‘disgrazia’, ma è anche una possibilità e un’opportunità più unica che rara, grazie anche alla credibilità di questo Governo”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel corso dell’evento digitale “Oltre la dimensione agonistica. Il ruolo dello sport nel Recovery Plan”, per presentare il Piano per lo sviluppo innovativo e strategico degli stadi che Lega Pro ha realizzato insieme a Sportium, Società del Gruppo Progetto CMR.
“Il Paese ha dimostrato nei decenni di non essere in grado di risolvere problemi, come quello degli stadi, se non avviene un evento straordinario. Solitamente si tratta di eventi positivi, come le Olimpiadi, mentre il Recovery Plan arriva dopo un evento come la pandemia, impensabile a catastrofico, ma ci dà l’opportunità di rivedere tutto quello che c’è”, ha detto ancora il numero uno del Coni.
“Questo aspetto, però – ha detto ancora Malagò- è anche grave e sbagliato, perché è un dato di fatto che l’infrastruttura sportiva a Roma è tutta dovuta alle Olimpiadi del 1960, e se Milano riesce a fare qualcosa di importante è grazie all’Expo e alle Olimpiadi di Milano-Cortina, come lo è stato per Torino nel 2006”.
L’obiettivo, dunque, “è chiaro ma serve una cabina di regia, perché il rischio grosso è che per problemi di burocrazia e di gestione appalti tutto può rallentare. È necessario coordinare tutti i ruoli, le responsabilità, le competenze”.
“È importante rivedere gli stadi delle 60 società della Lega Pro, ma è anche vero che c’è un discorso di impiantistica di base che il paese non ha mai risolto. Serve gente che si occupi di questo nello specifico e qualcuno con la bacchetta in mano che coordini tutti gli stakeholders al tavolo. Una volta fatto questo lo scarso 2% che rappresenta lo sport nel pil italiano credo possa crescere di un altro punto”.
“Il Recovery Plan è capitato a fronte di una pandemia. C’è un evento straordinario e questa è la cosa grave e sulla quale io insisto: quando con il presidente Gravina ci diciamo che se non arriva un Europeo, un Mondiale o un’Olimpiade estiva interamente in Italia non è pensabile risolvere il problema degli stadi della Serie A o delle società più affermate è perché il paese ha dimostrato nel tempo di non saper risolvere questo problema senza l’arrivo di eventi straordinari”, ha concluso Malagò.