Una proposta di alcuni campionati europei potrebbe rivoluzionare il mercato mediatico internazionale dello sport. Come riporta il portale specializzato Off The Pitch, nove leghe europee hanno deciso di unirsi per vendere all’estero i propri diritti televisivi in un unico pacchetto, nel tentativo di raggiungere un’audience globale e di incrementare considerevolmente le proprie entrate.
Le leghe in questione sono i massimi campionati di Danimarca, Svizzera, Norvegia, Polonia, Irlanda del Nord, Slovacchia, Islanda, Lettonia e Kazakistan. Si tratta di un gruppo decisamente eterogeneo, dalla Superliga danese, 14esima in termini di coefficiente UEFA per i campionati, alla Úrvalsdeild islandese, che nonostante la sponsorizzazione con la Pepsi risulta quartultima dietro a Gibilterra e davanti soltanto a Estonia, Andorra e San Marino.
L’obiettivo è monetizzare le opportunità presentate dal panorama attuale del mercato mediatico globale, a partire dall’evoluzione e dalla diffusione delle piattaforme streaming. “Mi aspetto che nuove leghe entrino nell’accordo, aumentando il valore di questi diritti televisivi in maniera considerevole” ha dichiarato Claus Thomsen, presidente della European Leagues e direttore esecutivo del campionato danese.
L’offerta riguarda la trasmissione di più di 1.500 partite di 116 club diversi, coprendo l’intero arco temporale annuale (molti campionati si giocano in estate, per le condizioni metereologiche proibitive). “Vendere e comprare diritti televisivi individuali su base territoriale è un processo lungo e complicato. Aggregare contenuti da diverse leghe in un unico contratto è invece molto interessante per le emittenti” ha sottolineato Thomsen.
Il gruppo punta a raggiungere tre tipologie specifiche di utenti: gli espatriati, coloro che hanno un legame con un Paese diverso da quello di residenza e coloro che “guarderebbero il calcio 24 ore su 24 se potessero”. “Si tratta di una quantità di partite considerevole, il che significa che si può fissare un prezzo più elevato, semplicemente perché si rivolge a un bacino molto ampio” afferma il presidente danese.
La trattativa per la vendita è guidata da Octagon, agenzia di intrattenimento sportivo. L’obiettivo è raccogliere fino a 17 milioni di euro per il triennio 2021-2024, cifra che potrebbe sembrare non elevatissima, se non fosse che nessuna delle leghe coinvolte ha al momento tra le mani un accordo per la trasmissione internazionale delle proprie gare.
Il progetto, nel caso andasse a buon fine, rappresenterebbe un precedente rivoluzionario nel mercato internazionale dei diritti televisivi in ambito sportivo. Tuttavia, alcune questioni sono ancora da chiarire: la produzione sarà interna ai campionati o verrà gestita da fuori? Come saranno divisi questi 17 milioni tra le nove leghe coinvolte, considerata anche le enormi differenze in termini di ranking UEFA?
Secondo Thomsen, tali questioni verranno risolte alla luce del numero (e del livello) di partite che ogni campionato metterà a disposizione nel contratto. In ogni caso, secondo Conrad Wiacek, analista e consulente presso GlobalData Sportcal, il vero obiettivo del gruppo non dovrebbe essere quello di raccogliere l’ammontare maggiore di denaro nell’immediato, ma trovare un partner intenzionato a impegnarsi nel lungo termine.
“La sfida è trovare un partner che voglia promuovere il pacchetto, non soltanto qualcuno che vuole tappare i buchi del proprio palinsesto. Ecco perché una piattaforma streaming, in questo caso, ha molto più senso di un’emittente tradizionale” ha sottlineato Wiacek.